Arresti per cyberspionaggio, spiati politici e istituzioni italiane

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Politici spiati, sistemi informatici violati, attività di dossieraggi nei confronti di cariche istituzionali: sono le accuse della magistratura romana nei confronti di un ingegnere informatico e di sua sorella arrestati ieri proprio per procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche. Tra le vittime ci sono personaggi di primo piano della politica e della finanza.

L’indagine svolta dagli specialisti della polizia postale denominata “Eye Pyramid” ha consentito di «individuare una centrale di cyberspionaggio».

Nei confronti dell’uomo e della sorella, entrambi noti personaggi dell’alta finanza capitolina, gli investigatori «hanno acquisito – come viene specificato nella nota della polizia – concreti elementi probatori in merito ad attività criminali da loro pianificate e condotte, consistenti nella gestione di una botnet con finalità di cyber spionaggio in danno di Istituzioni e Pubbliche Amministrazioni, politici di spicco, studi professionali e soggetti di rilievo nazionale».

Secondo l’accusa i due hanno utilizzato «una estesa rete di computer preliminarmente infettati tramite la diffusione di un malware denominato EYEPYRAMID (dal quale prende anche il nome l’operazione), e per anni acquisito dalle numerosissime vittime prescelte notizie riservate, dati sensibili, informazioni, gelosamente custodite su impianti informatici statunitensi, ora sequestrati dagli operatori della Polizia Postale, grazie al prezioso ausilio dei colleghi della Cyber Division dell’F.B.I. statunitense e che consentiranno di accertare quali e quanti dati siano stati illecitamente sottratti.

Le complesse indagini condotte dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, protrattesi per diversi mesi, hanno consentito di individuare una rete botnet molto ben strutturata, frutto di un attacco informatico del tipo APT (Advanced Persistent Threat), ingegnerizzato ad hoc sfruttando un malware particolarmente insidioso, capace di far acquisire da remoto il controllo del sistema informatico bersaglio, e consentire la massiva sottrazione dei contenuti dei pc colpiti. Si legge nel comunicato della polizia: «Tra gli osservati dall’ “Occhio della Piramide” gli appartenenti ad una loggia massonica, archiviati sotto la sigla “BROS” (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all’estero. Con la sigla “POBU” (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale». (fonte)

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