Arrestati due giovani dopo adescamento su WhatsApp e stupro

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E’ successo a Milano. L’incontro in stazione Centrale, poi lo stupro in un appartamento di periferia. Uno dei due ha 17 anni, procede il Tribunale per i minori.

Adescata su Whatsapp, invitata a uscire dopo una breve chiacchierata in chat, portata in casa e violentata a turno da due ragazzini. Il pomeriggio di violenza inizia poco dopo mezzogiorno, venerdì scorso, quando il cellulare di una ragazza di origini sudafricane, appena diciottenne, s’illumina per un messaggio ricevuto sul display. Un coetaneo, egiziano, conosciuto qualche mese prima ma che non aveva mai incontrato, inizia a scriverle, le dice di aver trovato il numero per caso, poi la invita a vedersi.

Lei accetta. E quello che doveva essere un normale incontro di inizio weekend tra amici si trasforma, per la giovane, in un inferno. I due partono dall’hinterland, arrivano insieme in stazione Centrale, poi prendono un autobus e raggiungono l’appartamento alla periferia est della città, poco distante dall’Ortomercato. È qui che la ragazza trova un altro egiziano, di 17 anni. Ad avvicinarsi per primo alla giovane è l’amico che le ha scritto su Whatsapp: la palpa e la costringe a seguirlo in camera da letto, sotto la minaccia di farle del male. Poi lui va via ed è l’altro ragazzo a immobilizzarla sul letto. Inizia a baciarla, la obbliga a spogliarsi, poi la tocca ripetutamente nelle parti intime. Poi il diciottenne torna da lei, la blocca di nuovo sul letto, e nonostante i calci e pugni della povera vittima, riesce a violentarla.

“Dopo mi hanno chiesto di rimanere a pranzo, ma appena ho potuto sono scappata via” ha raccontato in lacrime la ragazzina agli assistenti sociali e agli investigatori del commissariato Monforte Vittoria. Subito fuori dall’appartamento, la diciottenne, terrorizzata, non sa nemmeno in quale parte di Milano si trovi. Cerca soccorso in un bar vicino, dove chiede al gestore come arrivare alla metropolitana di San Babila. Prosegue a piedi e arriva alla fermata di Porta Vittoria, e qui telefona alle sue amiche. Una di loro la raggiunge e insieme decidono di fare denuncia e si dirigono in commissariato.

Qui racconta cosa le è successo, descrive i due egiziani, parla di una casa di ringhiera ai piani alti di uno stabile. Il suo racconto disperato arriva in procura, sulla scrivania del pm di turno, Maurizio Ascione. Le indagini partono dal numero di cellulare usato dall’egiziano per contattare la giovane su Whatsapp, arrivano all’appartamento dove è stata violentata e al secondo protagonista dell’aggressione, per il quale si procederà separatamente presso il tribunale dei minori.

Portato in questura, il ragazzo ammette di aver incontrato la sua vittima. Si difende dicendo che era lei a importunarlo e chiamarlo in continuazione. Ma, nonostante il suo tentativo di difesa, per i due scatta l’arresto per violenza sessuale. (fonte)

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