Anonymous, attacco alle banche centrali in mezzo mondo

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Prima un attacco DDOS all’istituto centrale greco, poi hacktivist di Anonymous hanno bloccato temporaneamente i servizi online della banca di Cipro. L’azione, annunciata con alcuni video su YouTube, prosegue a livello mondiale.

Si chiama “Operazione Icarus” e nelle intenzioni degli attivisti di Anonymous dovrebbe essere una sorta di chiamata alle armi contro tutte le banche centrali e gli enti che gestiscono le operazioni finanziarie in tutto il mondo.

Annunciata già lo scorso gennaio e rilanciata in questi giorni con alcuni video su Youtube e numerose pagine Facebook, l’azione degli Anon ha preso di mira (per il momento) almeno una decina di obiettivi.

I primi sono stati la banca centrale greca e quella di Cipro, seguite dalla Commissione dei Servizi Finanziari dell’isola di Guersney, un paradiso fiscale nel canale della Manica.

Colpiti in rapida successione anche istituti bancari a Panama, Kenya e alle isole Maldive. Stando ad alcuni post comparsi su Twitter, alla campagna partecipa anche il gruppo Ghost Squad Hackers, che avrebbe portato attacchi alla Banca Centrale di Bosnia e Herzegovina, mentre altri attivisti legati ad Anonymous hanno rivendicato azioni contro la banca centrale del Messico.

Gli attacchi, in classico stile Anonymous, sono portati con la tecnica del DDoS (Distributed Denial of Service) che punta a “intasare” i server dei siti Internet per renderli irraggiungibili.

Nel comunicato che annuncia #OpIcarus, gli Anon associano l’attività di banche e istituti finanziari a quella della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, accusandoli di aver costruito “una torre d’avorio sulle schiene rotte dei lavoratori del mondo”.

Una torre che Anonymous si propone di abbattere, paragonando le banche centrali a Icaro, la figura mitologica che ha osato volare troppo vicino al sole provocando la sua stessa caduta.

L’elenco completo degli obiettivi, stando all’elenco diffuso online dal gruppo di cyber-.attivisti, comprenderebbe più di 200 siti Internet compresi quelli della Borsa di New York e la Banca d’Inghilterra. (fonte)

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