Con Android P saprai se qualcuno registra la chiamata

Android P, la prossima versione del sistema operativo di Google che esordirà nel corso di quest’anno, sarà nativamente dotato di un avviso acustico qualora si registrino le chiamate telefoniche. La novità emerge da alcuni recenti commit nel repository del progetto AOSP.

Il cambiamento è reso necessario dal fatto che in alcuni Paesi è obbligatorio avvisare la controparte che si sta registrando una chiamata; un avviso acustico permette di sapere che l’interlocutore sta registrando e agire di conseguenza nel caso in cui non abbia annunciato questo fatto.

Nel commit, portato alla luce da XDA Developers, si rende noto che viene riprodotta una nota a 1400 Hz ogni quindici secondi per avvertire l’interlocutore della registrazione in corso. La scelta sulla riproduzione della nota spetta all’operatore telefonico, che può decidere – in base anche alle normative vigenti – di attivare o meno questa funzionalità, poiché di fatto il telefono registrante si limita a segnalare che sta registrando.

Al momento attuale, solo Vodafone Germania si è detta interessata a supportare questa funzionalità e a renderla attiva per i suoi clienti. Lo svantaggio che si pone per gli utenti è che non c’è un modo di disabilitare questa nota, nemmeno nel caso in cui entrambe le parti diano il proprio consenso alla registrazione.

Per l’Italia la funzionalità risulta, in realtà, non necessaria: secondo diverse sentenze della Corte di Cassazione, infatti, la registrazione delle chiamate non richiede il consenso dell’altra parte in quanto può costituire un valido elemento di prova nel caso di minacce o di altri comportamenti altrimenti difficilmente provabili. La possibilità di registrare le parole di altre persone – quindi anche al di fuori delle chiamate telefoniche – è sostenuta dalle sentenze della Cassazione come valido strumento per difendersi, a patto di essere elemento attivo della conversazione (e non, quindi, terzo che registra di nascosto conversazioni altrui – pratica, questa, illegale).

Ciò detto, non è escluso che anche alcuni operatori italiani non vogliano muoversi in questa direzione in nome di una maggiore trasparenza. Al momento nessuno degli operatori attivi nel nostro Paese ha dato comunicazione in questo senso. (fonte)

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