Altoparlanti ‘smart’ in casa, riconoscono comandi e chi li dà

Se oggi nelle case più “connesse” per accendere la luce in salotto o ascoltare la musica preferita si usa lo smartphone, in un futuro non troppo lontano queste ed altre azioni si potranno svolgere con un comando vocale: in ascolto, pronto ad eseguire “gli ordini”, ci sarà un altoparlante intelligente tipo Amazon Echo o Google Home. È la previsione di Strategy Analytics che rileva la crescita delle consegne globali di questi dispositivi: nel 2016 hanno sfiorato 6 milioni di unità.

Una cifra, secondo gli analisti, che è destinata a decuplicare entro cinque anni grazie a tecnologie di riconoscimento vocale sempre più avanzate e al supporto di più lingue. Fattore, quest’ultimo, che è il presupposto per lo sbarco in nuovi mercati. Al top del settore per ora c’è Echo, il cilindro di Amazon che “parla” attraverso l’intelligenza artificiale di “Alexa“. Un software che nelle intenzioni della compagnia, secondo indiscrezioni del Times, a breve non riconoscerà solo “cosa” viene detto, ma anche chi lo dice.

Opzione che, ad esempio, consentirà solo a determinate persone in casa di autorizzare acquisti online o altre transazioni. La tecnologia sfrutterà una specie di “impronta vocale”. La concorrenza del resto avanza, a cominciare da Google Home.

Secondo le stime di Strategy Analytics il valore del mercato degli altoparlanti “smart” quest’anno supererà un miliardo e mezzo di dollari, mentre nel 2022 raggiungerà 5 miliardi e mezzo. Il mercato nordamericano fa da apripista: in questa regione la società stima che entro la fine dell’anno simili dispositivi saranno nel 7% delle case, percentuale che salirà al 33% entro cinque anni. Disponibilità di lingue e servizi ‘locali’ compatibili faranno la differenza nell’Europa occidentale dove entro il 2022 gli altoparlanti connessi saranno “solo” nel 15% delle case. (ANSA)

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