Agcom, non fatevi ingannare dai contratti internet con fibra

Con il documento appena presentato Agcom vuole ostacolare quei provider di servizi di connessione che minimizzano le differenze tra le connessioni di tipo ‘fibra fibra’ e quelle che si affidano in una certa misura sui vecchi allacciamenti in rame. Il Garante ha fatto seguito alla richiesta del Parlamento che aveva approvato una legge per bloccare le furbizie commerciali sulla vendita dei servizi internet.

I fornitori di servizi di connessione dovranno quindi indicare l’esatta natura della connessione offerta servendosi di cinque bollini, che vanno a individuare altrettanti tipi differenti di connessione. A ogni bollino sono associati una sigla e un colore che identificano cinque diversi livelli di qualità.

Il bollino verde fa, quindi, riferimento alle connessioni che usano tecnologia FTTH, ovvero Fiber to the Home (fibra fino a casa) corrispondente alle massime prestazioni. Con il bollino azzurro invece si identificano le connessioni di tipo Fiber to the building (FTTB), in cui la fibra arriva fino al palazzo per poi raggiungere i vari appartamenti al suo interno tramite il tradizionale doppino di rame. Il bollino giallo, poi, riguarda la fibra fino alla cabina, ovvero Fiber to the cabinet (FTTC). In questo caso la fibra arriva fino all’armadio in strada e poi si dirama verso le case tramite cavi di rame. Questa è la tecnologia solitamente utilizzata per le connessioni di tipo Vdsl2. Si parla, dunque, del cosiddetto rame-fibra in opposizione alla fibra-fibra. Il bollino rosso indica invece che l’abitazione può essere collocata anche a diversi chilometri dal luogo in cui termina il collegamento in fibra, che arriva soltanto alla centrale telefonica. È il caso del classico ultimo miglio in rame, che ovviamente comporta un notevole degrado delle prestazioni. Il bollino viola, infine, è associato a quelle soluzioni che si completano con tecnologie wireless come Wimax o LTE per quanto riguarda il tratto finale. Le connessioni Fixed wireless sono più diffuse nelle aree bianche del paese dove non c’è interesse commerciale a portare la fibra ottica.

L’Italia segue con questo nuovo regolamento la Francia a distanza di qualche anno. Il governo transalpino ha infatti stabilito nel 2016 che non si può parlare di ‘vera fibra’ per quanto riguarda le connessioni di tipo FTTB.

L’Agcom vuole al contempo inibire il prolificarsi di termini ingannevoli e inutilmente iperbolici per quanto riguarda la promozione delle connessioni FTTH. Una specifica chiara, accostata a simbolo e colore facilmente leggibili, dovrà quindi prendere il posto dei vari appellativi che si sono susseguiti nel corso del tempo come “vera fibra”, “super fibra”, ultra fibra”.

Il regolamento è ancora in fase di consultazione, e i bollini qui riportati ancora momentanei, e dovrebbe entrare definitivamente in vigore entro un paio di mesi. Gli operatori dovranno inoltre indicare a chiare lettere la velocità massima e minima attesa, fornendo una scheda tecnica rigorosa con specifiche esatte per quanto riguarda le velocità in upstream e in downstream, così come la latenza. Stop quindi alle denominazioni fumose a cui purtroppo siamo abituati come “velocità fino a…”, e poi non sempre attinenti alla realtà.

L’Agcom sembra dunque voler dare una sistemata importante al mercato della fibra ottica in Italia: le sue misure saranno sufficienti? Dovremo sperimentare sul campo se il nuovo regolamento funzionerà, anche se rimangono alcuni punti oscuri perché non tutte le connessioni appartenenti a una data categoria confermeranno le stesse prestazioni. Ad esempio, attualmente esistono tante connessioni di tipo FTTC con caratteristiche prestazionali anche completamente differenti tra di loro.

Intanto qualcosa per quanto riguarda la fibra ottica nella maggior parte dei comuni italiani si muove, come abbiamo visto ieri in occasione delle ultime comunicazioni di Open Fiber a proposito della copertura in circa 7 mila comuni italiani. (fonte)

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