Aerei e sicurezza in volo, i divieti per chi parte da Medio Oriente e Africa

Il Dipartimento per la sicurezza domestica ha dato tempo 96 ore alle compagnie aeree del Medio Oriente e dell’Africa per informare tutti i passeggeri che sui loro voli diretti negli Stati Uniti si potranno portare a bordo soltanto il telefonino e l’attrezzatura medica necessaria. Tutto il resto — laptop, tablet, stampanti portatili, lettori cd e dvd, e-book, fotocamere e videogiochi — dovrà essere messo nel bagaglio da imbarcare in stiva o essere lasciato a casa. Le nuove regole entrano in vigore il 25 marzo e restano validi — fa sapere Emirates — fino al 14 ottobre 2017.

Le disposizioni riguardano dieci aeroporti di partenza di otto Paesi. Sono Il Cairo (Egitto), Amman (Giordania), Kuwait City (Kuwait), Casablanca (Marocco), Doha (Qatar), Riyadh e Jedda (Arabia Saudita), Istanbul (Turchia), Abu Dhabi e Dubai (Emirati Arabi Uniti). Questo di conseguenza ha impatto sulle compagnie che operano le rotte da quegli scali: Royal Jordanian, EgyptAir, Emirates, Etihad, Qatar Airways, Turkish Airlines, Saudi Arabian Airlines, Kuwait Airways, Royal Air Maroc.

I funzionari americani hanno spiegato che c’è un forte allarme terrorismo: il timore è quello di attentati compiuti a bordo di voli partiti dal Medio Oriente e dal Nord Africa e diretto negli Usa. «Temiamo che gruppi terroristici potrebbero aggirare la sicurezza degli aeroporti salendo a bordo con esplosivi inseriti negli apparecchi elettronici», ha spiegato il Dipartimento per la sicurezza domestica. A spingere Washington a prendere questa decisione — almeno ufficialmente — sono i diversi episodi registrati negli ultimi mesi. Lo schianto del jet della compagnia russa Metrojet nel Sinai il 31 ottobre 2015 (224 morti), l’esplosione di un pc portatile a bordo dell’Airbus della somala Daallo Airlines il 3 febbraio 2016 (l’unico morto è il passeggero che trasportava l’esplosivo), gli attentati negli aeroporti di Bruxelles e Istanbul.

Secondo il database internazionale Oag per il 2017 sono stati programmati 19.619 voli tra gli scali interessati dal bando e quelli americani. Considerando che la durata coinvolge il periodo estivo significherebbe che almeno il 70% di quei collegamenti dovranno seguire le nuove direttive e oltre 1,5 milioni di passeggeri dovranno salire solo con il telefonino o l’attrezzatura medica necessaria. Anche Canada e Francia stanno pensando a misure simili. «Ottawa valuta la possibilità di introdurre le stesse restrizioni sulla base delle informazioni che ci sono state fornite dai servizi di Intelligence», ha detto il ministro dei Trasporti Marc Garneau. A Parigi la Direzione generale dell’aviazione civile sostiene di aver effettuato «un’analisi del rischio in materia di sicurezza aerea da parte dei servizi competenti».

C’è un solo volo diretto Italia-Usa operato da una delle compagnie coinvolte: è il Milano-New York di Emirates.

Contattato dal Corriere il vettore Emirates chiarisce che il bando «non si applica ai voli Milano-New York» (l’aereo parte da Dubai, fa scalo a Malpensa, ndr) «e nemmeno a quelli da Atene a Newark» (anche in questo caso il jet parte da Dubai). Diverso è il caso di chi vola negli Stati Uniti con uno scalo in uno degli aeroporti interessati. In un volo Milano-San Francisco con Turkish Airlines, per esempio, bisogna fare scalo a Istanbul. Dalla città turca a quella californiana il viaggiatore italiano dovrà mettere in valigia gli oggetti non più ammessi a bordo. Questo si traduce nell’inserirlo nel bagaglio già a Milano (dal momento che questo poi viene imbarcato sul volo successivo) oppure uscire dall’area transiti a Istanbul, imbarcare quello che era un bagaglio a mano e rifare il percorso previsto per l’imbarco, controlli di sicurezza e passaporto inclusi. L’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, ha spiegato in serata al Corriere, che convocherà presto — «e non oltre il 25 marzo», data di entrata in vigore del bando — il Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti aerei e degli aeroporti per capire che tipo di passi compiere sul fronte sicurezza negli aeroporti italiani.

Anche Londra ha deciso di seguire l’esempio americano ma con qualche differenza. I passeggeri con volo diretto nel Regno Unito in partenza da Turchia, Libano, Giordania, Egitto, Tunisia e Arabia Saudita — esclusi Qatar ed Emirati Arabi Uniti — non potranno salire a bordo «con telefonini e tablet più grandi di 16 cm (in lunghezza) x 9,3 centimetri (in larghezza) x 1,5 centimetri (in profondità). Il bando inglese coinvolge così Turkish Airlines, Middle Eastern Airlines, Royal Jordanian, EgyptAir, Tunisair, Saudi Arabia Airlines, ma anche le connazionali come British Airways, la seconda low cost in Europa easyJet, Jet2.com, Monarch, Thomas Cook e Thomson.

Gli analisti — europei e americani — sentiti dal Corriere non nascondono le loro perplessità su una decisione che sembra dettata poco dal rischio terrorismo. L’amministrazione Usa respinge ogni accusa di parzialità e smentisce che si tratti di una misura punitiva nei confronti dei vettori mediorientali. Ma gli esperti fanno notare come il bando di Washington colpisca in particolare le tre «sorelle» del Golfo Persico — Emirates, Qatar Airways, Etihad — e la vicina turca (Turkish Airlines) che negli ultimi anni hanno messo in crisi le rivali statunitensi (Delta Air Lines, American Airlines, United) tanto da spingerle a cancellare ogni rotta diretta Usa-Medio Oriente. Queste ultime accusano Emirates, Qatar Airways ed Etihad di svilupparsi grazie ai sussidi governativi. Secondo l’associazione americana «Partnership for Open & Fair Skies» (di cui fanno parte i tre grandi vettori Usa, le associazioni dei piloti e degli assistenti di volo americani) «dal 2004 i governi del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti hanno fornito 42 miliardi di dollari in sussidi e altri benefit» alle tre aziende mediorientali. Cifre e accuse che le «sorelle» del Golfo Perisco respingono. (fonte)

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