Un software ti avvisa in tempo se il capo si avvicina

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QUANDO sul monitor che si dovrebbe usare per lavorare troneggiano in bella vista finestre compromettenti – come Facebook, YouTube con l’ultimo video di gattini o l’immarcescibile Prato Fiorito (l’ex Campo minato oggi recuperabile nel Windows Store) – e non si è dotati del senso di ragno di Peter Parker per avvertire dietro di sé lo sguardo accigliato del capufficio, può tornare utile l’ultima invenzione del programmatore Hiroki Nakayama. Un sistema ‘smart’ in grado di riconoscere in modo autonomo l’avvicinarsi del capo e rimpiazzare all’istante sul monitor le finestre di svago con serissimi documenti di lavoro.

bossNakayama ha dapprima scritto un programma di riconoscimento facciale assemblando due librerie software opensource già esistenti: OpenCV per la visione artificiale e Keras per costruire una rete neurale in grado di identificare un volto. Il secondo passo è stato allenare l’intelligenza artificiale così costruita a riconoscere in tempo reale le fattezze biometriche del capufficio di Nakayama: compito svolto dando in input al sistema una lunga serie di fotografie della persona, diverse per espressione, inclinazione e distanza del volto, e per condizioni di luce. Infine, il programmatore ha posizionato una webcam nella direzione della scrivania del suo capo. Risultato: quando il volto del superiore viene riconosciuto a meno di sette metri dalla postazione, sul monitor del programmatore compare a tutto schermo un’immagine preimpostata e utile a simulare produttività. Ben conscio di non essere il solo impiegato del pianeta in cerca di un modo hi-tech per sottrarsi all’occhio invadente del boss e alle sue ramanzine, Nakayama ha rilasciato una versione del programma su GitHub.

Nell’ambito dei software dedicati all’improduttività, il salto di qualità rispetto ai classici programmi della categoria Boss Button, che hanno lo stesso scopo di fondo, è notevole: si tratta della prima volta che, grazie alle reti neurali e alla loro capacità di apprendimento automatico, si delega al software stesso l’individuazione della minaccia in arrivo.

Un’innovazione che è, a pensarci bene, in felice controtendenza rispetto al pessimismo indotto dalla sempre più prossima era dell’automazione diffusa: di fronte a tanti sistemi di intelligenza artificiale pronti a rimpiazzare i lavoratori, eccone uno che si propone lo scopo opposto, ovvero salvare il posto anche di chi non brilla per stacanovismo. (fonte)

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