Truffa dei biglietti online per concerti a prezzi iperbolici, da 50 a 1.000 euro

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«Se la gente sapesse davvero chi vende decine di migliaia di biglietti alle società di bagarinaggio online, verrebbe fuori un casino». Detto, fatto. Il nuovo capitolo — meglio, una valanga — sullo scandalo dei biglietti dei concerti a prezzi decuplicati lo scrivono Le iene.

Nella puntata in onda martedì sera Matteo Viviani ha ricostruito l’itinerario che porta un biglietto da 50 a 1.050 euro, grazie alla testimonianza di una ragazza (a volto coperto) che lavora per una di queste società e grazie a decine di documenti, fatture e contratti (inviati da una fonte anonima) che mettono in luce il filo che lega importanti società di organizzazione di eventi e uno dei più grandi siti di bagarinaggio.

Premessa per chi non conosce i fondamentali della questione.

TicketOne detiene l’esclusiva per la vendita online dei principali eventi ai prezzi fissati dagli organizzatori per conto dell’artista. Peccato che moltissimi biglietti — quelli di carta, dunque in teoria non destinati alla vendita online — siano disponibili, pochi minuti dopo, su altri siti internet. È il cosiddetto «mercato secondario». In gergo siti di reticketing, di fatto bagarinaggio online, perché il prezzo è moltiplicato a cifre iperboliche.

Racconta la testimone: «Il grosso del business sono gli accordi che noi prendiamo direttamente con gli organizzatori degli eventi», ossia con coloro che dovrebbero vendere i biglietti in esclusiva a TicketOne. «In realtà prima della vendita ufficiale una parte viene data a noi».
Un sistema oliato. Perché poi la «gran parte del guadagno torna proprio a quelli che ci hanno venduto i biglietti in anticipo». I documenti parlano di un ricarico del 90%. Fatti due conti, ecco un esempio: un biglietto che dovrebbe costare 50 euro viene rivenduto dalla società di reticketing a 1.050. Di questi, 900 tornano all’organizzatore, 100 sono il guadagno per il sito.

Secondo la denuncia delle Iene, una delle società di cui c’è traccia nei contratti è Live Nation, multinazionale degli eventi live, che ha nel suo carnet artisti come i Coldplay (il cui caso dei biglietti a cifre folli ha acceso i riflettori sulla vicenda).

vascoMa anche Vasco Rossi che, visto il servizio tv, ha subito fatto sapere di aver «sospeso ogni rapporto commerciale con Live Nation e si riserva di agire per vie legali». Non è il solo artista legato a Live Nation a prendere le distanze. Tiziano Ferro si dice «sconcertato, amareggiato e fortemente indignato, ora la mia priorità sono questo tour e i miei fan. Non possiamo fermarci, nonostante tutta la bruttezza che ci sta investendo». Sconvolto anche Mengoni, che vuole «verificare la massima trasparenza sullo sviluppo dei fatti».

ferroL’amministratore delegato di Live Nation Roberto De Luca infatti incalzato dalla iena dice e si contraddice, ammette ma non sa. Prima non riesce a spiegare una fattura di 140 mila euro a un sito di bagarinaggio online. Poi confessa: «Siamo contrari, ma diamo alcuni biglietti per diminuire il costo del biglietto sul mercato». Teoria bislacca e smentita dai fatti. Nega che ci sia una percentuale che torna all’organizzatore. Ma poi sostiene che viene data «in questo caso ai terremotati». Impressione di unghie sul vetro. Alla fine denuncia: quel 90% «è l’artista che lo chiede, noi siamo obbligati». Quando De Luca avverte il rumore della valanga precisa in un comunicato ufficiale che «le affermazioni si riferivano unicamente a pochi artisti internazionali». Ma ormai è tardi. Il promoter Claudio Trotta con la sua Barley Arts (nel suo portafoglio c’è Springsteen) da tempo denuncia il fenomeno del secondary ticketing: «Sto verificando se esistano i presupposti per una azione giudiziale collettiva da parte di Assomusica e/o degli associati nei confronti di Live Nation per gravi danni di immagine e di credibilità, oltre a una causa per concorrenza sleale».

Non è l’unico fronte aperto sulla questione. La Procura di Milano sta effettuando accertamenti sulla vendita dei ticket per i Coldplay: qui l’ipotesi al vaglio è quella di «sostituzione di persona» e «truffa informatica». Perché l’altro sistema del bagarinaggio online fa leva su software in grado di aggirare i limiti di acquisto dei biglietti (4 a persona). E nella rete l’unico a rimanere impigliato è il fan, pesce suo malgrado. (fonte)

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