Troppe ore allo schermo «inaridiscono» lo sguardo

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Dopo i 50 anni più di una persona su dieci si trova a fare i conti con l’occhio secco, condizione che può essere molto fastidiosa, legata spesso alle troppe ore passate davanti a uno schermo, ma anche ad alcune malattie o all’uso protratto di lenti a contatto. «L’occhio secco si verifica quando la superficie oculare non è ben protetta e lubrificata dalle lacrime a causa di alterazioni della loro composizione, della loro quantità o di una loro più rapida evaporazione – spiega Paolo Nucci, direttore della Clinica oculistica universitaria dell’Ospedale San Giuseppe di Milano -. Le lacrime hanno diverse funzioni: distribuiscono sostanze nutritive sulla superficie oculare, proteggono da agenti esterni come vento, calore e smog, detergono l’occhio e rimuovono eventuali corpi estranei».

A che cosa è dovuta la secchezza oculare?

«Numerosi fattori possono favorirla, a partire dall’invecchiamento. L’occhio secco è poi molto comune in chi passa troppe ore davanti allo schermo luminoso di computer, cellulari, tablet, videogiochi e tv. Anche l’uso di lenti a contatto, soprattutto se morbide, può favorire la secchezza, così come il diabete e particolari patologie autoimmunitarie, nonché l’uso di farmaci come beta-bloccanti, antidepressivi e pillola contraccettiva».

Quali sono i sintomi caratteristici?

«L’occhio secco non è in genere una condizione grave, ma può risultare molto fastidioso, causando sensazione di corpo estraneo, rossore e bruciore prolungato, fastidio alla luce, difficoltà a tenere gli occhi aperti, necessità di strizzare spesso gli occhi. Nelle forme più gravi può, inoltre, portare alla formazione di ulcerazioni persistenti della cornea con riduzione dell’efficienza visiva».

Come si può rimediare?

«Innanzitutto, occorre capire da che cosa dipende il problema e questo, nei casi più insidiosi, può richiedere il ricorso a test specifici da eseguire in centri specializzati. Stabilita la possibile causa, bisogna intervenire su quella. Se, per esempio, alla base dell’occhio secco c’è una ridotta secrezione di lacrime, non si può fare altro che fornirle dall’esterno sotto forma di lacrime artificiali. Se, invece, c’è una patologia che altera le lacrime, lo scopo è curare la causa principale del disturbo e utilizzare lacrime artificiali in grado di ristabilizzare il film lacrimale, diminuendo i sintomi. Se, per esempio, c’è una carenza della componente lipidica si opta per soluzioni umettanti più ricche di lipidi, mentre se a essere deficitaria è la componete acquosa si prediligono lacrime artificiali più ricche di acqua. Quando l’occhio secco è legato all’uso protratto di lenti a contatto, è utile prendere qualche accorgimento, a partire da un minore utilizzo delle lenti. In generale la frequenza del numero di gocce nella giornata può cambiare a seconda della gravità dei disturbi e del sostituto lacrimale utilizzato. Infine, nei casi più severi, quando la condizione di occhio secco si associa a infiammazione della superficie oculare, si rendono spesso necessarie terapie più aggressive a base di colliri antinfiammatori». (corriere)

 

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