Tradito da Facebook, latitante italiano catturato in Messico

A tradirlo, è stato il suo profilo Facebook. Così, il latitante italiano Ivan Fornari, è stato rintracciato e catturato nella città messicana di Playa del Carmen. L’uomo, già coinvolto in numerose indagini in materia di droga a livello nazionale e internazionale, era stato dichiarato latitante dalla Corte d’appello di Cagliari lo scorso maggio. Poi, nell’ottobre del 2016, Fornari era stato colpito da un ordine di esecuzione pene, per reati di narcotraffico, di ricettazione e di resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo dovrebbe scontare cinque anni e sette mesi di reclusione.

Su Facebook i luoghi frequentati: dalla palestra alla casa

Attraverso l’analisi del profilo Facebook del ricercato, gli investigatori sono riusciti a scoprire che il narcotrafficante si era rifugiato in Messico. Inoltre, è stato possibile risalire con precisione anche alla città dove Fornari si era nascosto e agli indirizzi dei luoghi che frequentava abitualmente, dalla palestra, all’ufficio, fino alla sua abitazione. A tradire il latitante, in particolare, sarebbero state le foto che l’uomo pubblicava su Facebook, dove si vantava del suo stile di vita, e dove comparivano i posti che più frequentava.

Il ritorno in Italia

Le informazioni raccolte dagli investigatori di Cagliari, comunicate al servizio Interpol, hanno così consentito alla polizia messicana di rintracciare il latitante. Una volta avvenuta la cattura, si è scoperto che Fornari non era in regola con il visto di soggiorno messicano ed è quindi stato espulso dal territorio dello Stato con un volo da Città del Messico a Fiumicino. Qui, è stato arrestato dal personale della Squadra mobile di Cagliari e dell’ufficio di frontiera dell’aeroporto.

Gli altri boss traditi dai social

Ma quello di Fornari non è il primo caso di un criminale tradito dal proprio profilo social. L’11 marzo, il boss della Camorra Giulio Perrone, latitante da 19 anni, è stato localizzato e catturato in Messico dagli inquirenti grazie a un falso profilo Facebook che il narcotrafficante si era creato. Sul social network, il boss si chiamava Saverio Garcia Galiero e “Galiero” era il vero cognome di sua madre, con cui viveva a Tampico, roccaforte dei maggiori cartelli narcos messicani. Qui, l’uomo aveva cambiato nome, si era risposato e aveva avuto dei figli. Un caso simile è quello di Luciano Cardone, il latitante del clan Mazzarella che, nel dicembre del 2016, è stato catturato in Olanda. A tradirlo, un post su Facebook dopo Fiorentina-Napoli, grazie al quale era stato localizzato. (fonte)

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