“Studentessa”, “italiana” e (part-time) anche “escort”

ESCORT-STUDENTESSA

APPUNTAMENTO dopo le 21 al Campo di Marte, a Firenze. In casa, oppure in macchina. L’aggancio avviene in chat, sul popolare whatsapp, perché lei, che pure offre un numero di telefono in un annuncio che si riverbera su diversi siti d’incontri, premette che, non essendo una professionista, «spesso non posso rispondere al telefono».
Non una professionista, dunque, ma «una ragazza fiorentina di 21 anni, studio e mi devo arrangiare…». I puntolini di sospensione sembrano separare la normalità dalla trasgressione, il lecito dal proibito. Se quella della 21enne Martina — così si presenta su internet, assieme ad alcuni selfie scattati in bagno dove è mascherata la faccia ma si vedono bene le sue forme — è una storia di necessità vera, o soltanto un espediente per far colpo sui clienti, forse non lo sapremo mai. Perché, oltre a qualche battuta in chat, sufficiente comunque a sondare la sua disponibilità per la sera stessa, non siamo andati. Di sicuro, però, dietro quel numero di telefono, c’è «la ragazza pulita della porta accanto» che si deve «arrangiare».

Esplorando il web, però, si scopre che la fiorentina Martina non è l’unica. C’è Jessica, zona Careggi, 29 anni e un numero di cellulare impresso sulle foto, abbastanza amatoriali: «non sono interessata a tutti e non sono per tutti… solo persone educate e non volgari. Non sono una professionista, ho la mia vita privata (studio) quindi il tempo per me è poco, per questo motivo faccio molta selezione!».

«Studentessa» e «italiana» sembrano le parole chiave di nuovi mercati della prostituzione. Lo dimostrano anche le recenti inchieste sulle escort. Da Roma, dove le ragazze erano addirittura minorenni, passando per Napoli, per tornare alla famosa “Bella Vita”, che, da due hotel fiorentini, scalfì addirittura i palazzi della politica. Requisiti che impennano le quotazioni delle ragazze, ma che se fotografano il momento che si sta attraversando.
Intorno al sesso, ruotano i pruriti ma anche i bisogni, di chi, magari per concedersi qualche lusso in più.
Un fenomeno che cresce. Rispetto alle “professioniste“, queste ragazze non si pubblicizzano tramite i veri e propri siti di escort, ma più facilmente attraverso “bacheche“ dove inserire l’annuncio è semplicissimo: per farlo, non serve neppure un computer, ma basta un tablet o uno smartphone. Un’altra differenza con le professioniste, oltre alla nazionalità — sono per lo più straniere — è la qualità delle foto: chi lo fa saltuariamente nasconde sempre il proprio volto, e si accontenta di scatti fai da te, con il telefonino. Annunci che velocemente appaiono e con altrettanta velocità spariscono. Come le esiogenze o la disponibilità di chi si mette in vendita. (fonte)

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