Ragazza 15enne finisce sul Web in un video hard per vendetta

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Oltre che di diffusione di materiale video pedopornografico, ad essere accusato di atti sessuali con minore, minacce, ingiurie, diffamazione, è un giovane, nato in Argentina ma cittadino italiano. 

Invano, nel disperato tentativo di fermarlo, lo ha implorato e supplicato, ed è arrivata anche a minacciare il suicidio. Ad approfittarsi di una ragazzina di appena 15 anni è stato il fidanzato, il volto gentile e affascinante di un ragazzo sudamericano di 23 anni. Il quale, dopo aver avuto un rapporto sessuale con la giovane, quando lei non aveva ancora compiuto 14 anni, l’ha convinta ad inviargli dei filmini hard in cui praticava dell’autoerotismo. E dopo un lungo periodo di minacce ed intimidazioni li ha diffusi in rete: «Tempo 24 ore e diventerai famosa», la promessa. Purtroppo mantenuta.

A porre fine a questa tortura psicologica che ha a lungo tormentato la ragazza, infine, sono stati gli uomini del commissariato di Ventimiglia, coordinati dal dirigente Giuseppe Ruggiero. I quali, dopo una lunga indagine iniziata grazie alla querela della ragazza, accompagnata dal padre, verificando ogni cosa con la dovuta delicatezza, hanno finalmente trovato i riscontri necessari ad inchiodare e denunciare l’aguzzino. L’accusa nei confronti del giovane, nato in Argentina ma cittadino italiano, difeso dall’avvocato Alberto Pezzini, è di atti sessuali con minore, minacce, ingiurie, diffamazione. Ed infine diffusione di materiale pedopornografico.

A impedire che questa brutta storia si trasformasse in un dramma ancora più grave è stato il papà della ragazzina. Il quale è separato dalla mamma della giovane, residente a Sanremo, e vive nell’entroterra dell’estremo ponente. Ma complice alcuni atteggiamenti della ragazza, durante una visita si è accorto che qualcosa non andava. E ha infine spinto la figlia a liberarsi da un peso enorme che la stava distruggendo: «Avevo paura. Paura che i miei genitori scoprissero cosa avevo fatto, paura che tutti i miei amici vedessero quelle immagini. Non sapevo cosa fare», ha raccontato. Illustrando giorni di terrore e solitudine. E una disperazione che l’ha spinta anche a scrivere un messaggio terribile: «Se pubblichi davvero quei video mi uccido. Come potrei continuare a vivere?».

Un messaggio, però, che non ha fermato la mano del giovane, già conosciuto dalle forze dell’ordine. Il quale ha inviato il video, attraverso “Whatsapp” ad alcuni suoi amici e ad alcuni amici e conoscenti della ragazza. Gli agenti del commissariato lo hanno trovato, durante una perquisizione, sul telefono di un giovane che si trovava proprio in casa dell’indagato al momento dei controlli. Ma è stato poi lo stesso sudamericano, interrogato dalla polizia, ad ammettere di aver inviato il video incriminato adesso al vaglio della polizia postale. L’argentino ha invece negato di aver avuto rapporti sessuali completi con la ragazzina quando lei aveva appena 13 anni.

Secondo la ricostruzione fatta dalla giovane, sostenuta e incoraggiata dal padre a dire ogni cosa alla polizia, l’incontro con il sudamericano era avvenuto due anni e mezzo fa. Ne era nata un’affettuosa amicizia. Unico neo, la continua richiesta di rapporti sessuali completi da parte del giovane. La ragazzina ha poi ammesso di aver ceduto alle avance pochi giorni prima che l’amato tornasse in Argentina. Da dove ha continuato a chiamarla, chiedendole di inviargli un video, nuda, in atteggiamenti erotici. Quando lei ha acconsentito, lui ha improvvisamente cambiato modo di fare. Ha iniziato a rinfacciarle la frequentazione con altri ragazzi. Sino alla vendetta, terribile.

La giovane ha raccontato di essere stata insultata e minacciata. E di aver cercato di convincere il ragazzo che le sue accuse erano infondate. Sino a minacciare di togliersi la vita. Invano. (fonte)

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