Privacy, la navigazione nel web non è mai anonima

Un nuovo studio svela qualcosa che era già nell’aria da diverso tempo e che per alcuni versi spaventa un po’. Secondo una ricerca realizzata dalle Università di Stanford e Princeton, gli inserzionisti pubblicitari potrebbero conoscere anche l’identità dell’utente.

I browser, normalmente, dovrebbero mantenere anonimi i dati raccolti attraverso i cookie, strumenti che permettono di tracciare il profilo dell’utente e caratterizzare la sua esperienza su internet. Gli inserzionisti però non dovrebbero mai sapere chi si nasconde dietro a una data ricerca sul web. In teoria. In pratica invece, stando ai risultati dell’indagine, non è così. Basterebbe infatti condividere 30 link su Facebook e Twitter per scoprire esattamente l’identità della persona che ha effettuato una determinata ricerca su internet. In che modo? Incrociando la web history degli utenti con i dati pubblicati sui social.

La scoperta è stata possibile, come visto, grazie allo studio dei ricercatori delle due università, i quali hanno preso in esame il comportamento online di 374 volontari. Con percentuali molto alte, che in alcuni casi hanno raggiunto anche il 70%, gli scienziati sono stati in grado di individuare i partecipanti analizzando esclusivamente i loro browser e confrontandoli con i loro profili social. Questo, quindi, significa che è quasi praticamente impossibile nascondersi sul web, nonostante gli sforzi. Con pochi click, infatti, chiunque può arrivare a conoscere nome e cognome di un utente. E il mondo della pubblicità in questo modo potrebbe approfittarne e personalizzare ulteriormente la tipologia delle pubblicità in base, non alle abitudini degli utenti, ma alle loro identità.

Come proteggersi

Per prevenire, per quanto possibile, che qualcuno conosca, come direbbe qualcuno, vita, opere e miracoli, si possono mettere in pratica alcune azioni. Una soluzione potrebbe essere quella di usare il motore di ricerca DuckDuck Go che, ad esempio, non usa cookie per tracciare l’utente a fini commerciali. Poi si può anche decidere di cambiare browser: Tor, secondo alcuni esperti in cybersecurity, pare sia uno dei più sicuri. E nei casi più estremi si può anche utilizzare una VPN. (fonte)

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