Privacy, Facebook saprà anche se abbiamo debiti

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Depositato un discusso brevetto grazie al quale potranno essere messe in vendita le NOSTRE informazioni personali finanziarie a chi ne faccia richiesta, come ad esempio le “piccole” società di credito o anche privati per mutui, prestiti, ecc.

Facebook potrebbe presto diventare anche il nostro giudice finanziario. Un brevetto depositato il 4 agosto scorso negli Stati Uniti autorizzerebbe il social network a raccogliere tutte le informazioni personali e quelle dei nostri amici e di rigirarle, dietro pagamento, a chiunque ne faccia richiesta. Informazioni di carattere finanziario, soprattutto, che consente a banche, istituti, società di credito di capire se siamo “affidabili”.

Non è un segreto. Da anni sono sorti molti siti specializzati nel campo. Ma, come osserva”Libération”, la novità è un’altra: forse più grave. Perché subdola e ambigua. La raccolta delle informazioni viene spacciata come pubblicità a pagamento. Molti potrebbero pensare ad una forma di promozione personale sulle nostre qualità e attitudini professionali. Ma secondo le regole contenute nel brevetto lo scopo è chiaramente legato ai nostri comportamenti finanziari: quanti debiti contraiamo, se li saldiamo, se siamo stati protestati, se abbiamo acceso mutui, se siamo in regola con le rate. Non solo noi. I nostri amici, con i loro comportamenti, offriranno un quadro molto più ampio e in base alle loro caratteristiche di affidabilità potremmo vederci rifiutare o accettare un prestito.

Il testo è contenuto in un brevetto creato nel 2010 quando venne acquisito uno dei social più antichi della rete, Friendster. Il sito SmartUpLegal è stato il primo a sottolineare la capziosità del contratto, le sue incongruenze e i rischi effettivi di violare la nostra privacy, condizionandola tra l’altro al comportamento dei nostri amici di cui non siamo certo responsabili. Misurare la propria affidabilità finanziaria sulla base dello “storico” di centinaia se non migliaia di fan non è proprio il mezzo più obiettivo e razionale. Sottolinea il sito: “Se un individuo chiede un prestito, il creditore esamina i passati custoditi nelle pagine dei membri che hanno aderito alla sua pagina sulla base di una clausola a cui si aderisce sottoscrivendo un contratto di promozione pubblicitaria. Se la media dei comportamenti creditizi raggiunge il minimo allora il creditore decide di esaminare più nel dettaglio la richiesta. Se la media è sotto la soglia la domanda è respinta”.

Le banche e gli istituti finanziari hanno canali ben più ampi e diretti per controllare la nostra affidabilità. Esiste la centrale rischi, il circuito interbancario, la black list dove si viene subito segnalati in caso di insolvenza o mancato pagamento delle rate di un prestito. Ma il brevetto comprato da Facebook potrebbe servire a piccole società di credito o singoli che prestano denaro per capire chi è in grado di pagare. Se poi è la prima volta che chiedi un prestito e su di te non ci sono precedenti utili, saranno gli amici e le loro storie personali a decidere se la tua pratica va in porto. Un invito alla diffidenza: persino sulla storia finanziaria chi ti chiede amicizia su Facebook. (fonte)

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