Per una foto blasfema su Facebook, una donne e due bambine arse vive

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Una donna e due bambine ahmadi, una setta musulmana, sono state uccise dalla folla in Pakistan dopo che un adolescente della loro comunità è stato accusato di aver pubblicato su Facebook una foto “blasfema”. Il triplice omicidio è avvenuto ieri nella città di Gujranwala, situata un centinaio di chilometri a nord di Lahore, capitale della provincia centrale del Punjab.

Secondo quanto riferito dalla polizia locale, un adolescente della minoranza ahmadi, Aqib Salim, “avrebbe postato su Facebook un’immagine blasfema che ha scatenato l’ira di un amico musulmano”. Sembra che l’immagine conterrebbe una scena di nudo con, sullo sfondo, la Grande Moschea di La Mecca. I due adolescenti hanno cominciato a picchiarsi sotto lo sguardo della folla, che ha poi dato alle fiamme le abitazioni di persone di fede Ahmadi.

Una donna, una bambina di sette anni e un’altra di appena un anno sono così morte per soffocamento, secondo il capo della polizia chiamata a indagare sugli omicidi e su possibili accuse di “blasfemia” contro il giovane ahmadi, che è rimasto illeso nella furia della folla. La legge sulla blasfemia in Pakistan prevede la pena di morte per le persone che insultano Maometto e l’ergastolo per chi brucia il Corano. Negli ultimi anni sono stati rivolti diversi appelli alle autorità pachistane perché venga modificata questa norma, spesso usata contro cristiani e ahmadi.

Gli ahamdi si considerano musulmani e venerano il loro fondatore Mirza Ghulam Ahmad, ritenuto il messia atteso dopo la morte del profeta Maometto. Tuttavia, una legge pachistana del 1974 li ritiene non musulmani, non li autorizza a chiamare moschea il loro luogo di culto né a recarsi in pellegrinaggio alla Mecca. (fonte)

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