Online – Connessioni pericolose, serie tv mette in guardia da pericoli del web

C’è chi ha visto distruggere la propria reputazione con un video, chi si è ritrovato imprigionato in un ricatto sessuale, e chi ha subìto un bullismo pervasivo su Facebook e WhatsApp. Senza avere possibilità di sfuggire. Storie diverse, ma con un comune denominatore: la Rete, tutto passa da qui. Sono i racconti al centro di Online – Connessioni pericolose, programma tv di otto puntate che andrà in onda su Crime+Investigation, canale 118 di Sky.

Una produzione realizzata da A+E Networks Italy in collaborazione con la Polizia postale, che si affianca a una campagna di sensibilizzazione. Prevede uno spot, #NonPerdertiNellaRete, che andrà in onda su Sky e a settembre la proiezione di alcuni episodi della serie nelle scuole italiane.

Online – Connessioni pericolose, la serie tv che mette in guardia dai pericoli del web

Il programma, diretto da Christian Letruria – e scritto da Matteo Billi, Fausto Massa e Paolo Palmarocchi – non vuole essere un’inchiesta giornalistica. Ma dare voce a carnefici e vittime, italiane, di crimini informatici. Si parte martedì, alle 22, con la testimonianza di Paolo Picchio, il papà di Carolina: la quattordicenne che nel 2013 si è tolta la vita dopo la diffusione di un video sessuale di cui era protagonista.
A lei Laura Boldrini, presidente della Camera, ha dedicato la nuova legge sul cyberbullismo approvata lo scorso maggio. Una storia simile è quella di Andrea Spezzacatena, anche lui bullizzato per la presunta omosessualità e anche lui morto suicida. Si prosegue con altri volti, emblema di altre cronache dolorose. Come il viso di Natalia, finita ostaggio della cosiddetta sextortion, con un uomo che le ha intimato di inviare foto e video in situazioni estremamente intime. O delle decine di adolescenti liguri, tra gli 11 e i 14 anni, costrette con minacce psicologiche e fisiche a spedire foto, video e ad avere rapporti sessuali.
“Lo stigma ancora diffuso riguardo al problema, fa sì che tutte le vittime di queste forme di reato si sentano profondamente sole”, spiega a RepubblicaElena Stramentinoli, conduttrice del programma. “Invece bisogna parlarne, parlarne e ancora parlarne, in modo da rompere il circolo di solitudine che, altrimenti, spezza”. Anche perché soli non si è affatto, ogni anno sono almeno 400 i milioni di persone nel mondo a pagare le conseguenze dei crimini informatici: dalle truffe online allo stalking, passando per la pedopornografia e la vendetta sessuale. A pagarne le conseguenze, spesso, sono i più piccoli.
Nel 2016 la Polizia postale italiana ha trattato 235 casi di cyberbullismo, che inglobano ingiurie, minacce, molestie, furto d’identità, stalking, diffamazione e diffusione di materiale pedopornografico. I minori denunciati? Trentuno. “I ragazzi, a volte, non capiscono che i comportamenti in Rete sono penalmente rilevanti al pari di quelli offline”, commenta Carlo Solimene, direttore della divisione investigativa della Polizia postale. (fonte)

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