OneDrive aggiornato, utilizzabile solo con drive NTFS

 

Con l’ultimo update OneDrive ha inserito una pesante restrizione. Il servizio di cloud storage garantisce il suo funzionamento solo se i file vengono salvati su drive formattati utilizzando il file system NTFS (sigla di New Technology File System).

Il nuovo client utilizzato su Windows per sincronizzare i dati presenti sull’account in cloud, in altre parole, non funziona più con i file system più vecchi, come exFAT e FAT32, e neanche con i più moderni come ReFS. Funziona solo con NTFS.

Gli utenti che avevano configurato il proprio client su drive formattati con file system differenti, all’avvio successivo all’aggiornamento si sono ritrovati un messaggio d’avviso che indicava che “la cartella OneDrive non poteva essere creata nel percorso selezionato”. Questo è successo qualche giorno fa, e allora risultava difficile capire le motivazioni dietro all’inatteso messaggio. Gli utenti si sono chiesti se si trattasse di un bug, ma adesso hanno una risposta ufficiale.

La compagnia ha rilasciato ad alcuni siti internazionali la nota che riportiamo qui di seguito liberamente tradotta:

“Microsoft OneDrive vuole assicurare agli utenti che abbiano la migliore esperienza di sincronizzazione possibile su Windows, ed è per questo che OneDrive mantiene il supporto di NTFS. Microsoft ha scoperto la mancanza di un messaggio di avviso la cui presenza era da sempre prevista quando un utente avrebbe cercato di salvare la sua cartella OneDrive su un file system non-NTFS, problema che è stato prontamente risolto. Niente è cambiato in termini di supporto ufficiale e tutte le cartelle OneDrive continueranno a richiedere un file system NTFS per poter essere salvate”.

Il nuovo aggiornamento quindi introduce una limitazione che è da sempre prevista sul servizio di cloud storage di Microsoft, anche se ciò non toglie il fatto che la società ha rilasciato il limitante aggiornamento a totale insaputa degli utenti. Secondo quanto riportato da OnMSFT c’è un motivo di fondo che ha costretto Microsoft ad adottare il pugno duro con l’ultimo update, ed è la funzionalità On-Demand in arrivo sul client (di cui se ne parla in questa pagina).

Per il suo funzionamento, infatti, la compagnia ha utilizzato una feature presente su NTFS chiamata Reparse Points, che fornisce una sorta di “segnaposto” nel file system da cui può recuperare il contenuto quando richiesto da un’applicazione. Non è una motivazione ufficiale questa, ma solo quanto dedotto da Robert Freudenreich, fondatore e CTO di Boxcryptor. Sebbene non ufficiale, questa ci sembra una spiegazione più esaustiva rispetto a quella rilasciata da Microsoft. (fonte)

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