Lotta al cyberbullismo, cosa prevede la legge approvata alla Camera

Un iter parlamentare durato tre anni. Arriva, dopo quattro letture, un’importante modifica e poi il ritorno all’impianto originario, l’approvazione della legge per contrastare il fenomeno del cyberbullismo. Solo un astenuto e 432 favorevoli. Il sì definitivo prende un consenso unanime alla Camera. Un testo che introduce per la prima volta nell’ordinamento legislativo la definizione stessa di cyberbullismo, dà la possibilità anche ai minori di denunciare una violenza subita per via telematica e riserva fondi e un tavolo tecnico governativo alla lotta e prevenzione del fenomeno. «Oggi è una bella giornata per il Parlamento. Abbiamo mantenuto una promessa, dando uno strumento utile a chi deve aiutare i nostri fogli a proteggersi», ha commentato la presidente della Camera Laura Boldrini. Applaudono anche i deputati del movimento cinque stelle che avevano fortemente contestato la versione modificata del ddl. E la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli assicura di essere già al lavoro per dare immediata attuazione: «Finalmente si affronta pienamente e in modo deciso un problema che non può essere sottostimato».

La definizione di cyberbullismo

La legge, come detto, dà per la prima volta una definizione chiara del fenomeno: «qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito dei dati personali in danno di minorenni, nonché la diffusione di contenuti online il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo». Fondamentale, dal punto di vista legislativo, perché introduce la possibilità di violenza per vie telematiche. Quest’ultima è la componente fondamentale. Il testo, in seconda lettura, era stato infatti modificato — sempre alla camera – associando casi «online» e casi «offiline». Cambiando il proposito stesso della legge: non più solo violenza in Rete ma prevenzione di bullismo in tutte le possibili manifestazioni. La decisione è stata quella di ritornare al testo originario per circoscrivere (e quindi combattere al meglio) il fenomeno che riguarda in modo particolare i minori.

Anche i minori possono denunciare

La legge poi introduce la possibilità di richiedere la rimozione di contenuti offensivi dalla rete e dai social network. Anche se sono esclusi soggetti come gli access provider, i cache provider e i motori di ricerca. Un diritto esteso anche ai minori, dai 14 anni in su. Al di sotto di questa soglia, necessario l’intervento dei genitori. Nel caso in cui il contenuto non venisse rimosso entro 24 ore, interviene il Garante della privacy nelle successive 48 ore. Con l’accertamento del reato, è previsto l’avvio dei una procedura di ammonimento se compiuto da un minorenne (con più di 14 anni) nei confronti di un altro minorenne. Se non si verifica reiterazione, non c’è nessuna ulteriore conseguenza al compimento della maggiore età. Si congratula Antonello Soro, presidente dell’autorità Garante per la privacy: «Ci impegneremo a svolgere – con la responsabilità che a tale alto compito si addice – l’importante funzione di garanzia assegnataci dalla legge. È infatti fondamentale garantire la tutela di una generazione tanto più iperconnessa quanto più fragile, se non adeguatamente responsabilizzata rispetto all’uso della rete. Confidiamo che ai nuovi compiti corrispondano nuove indispensabili risorse umane».

Insegnanti «anti-bullo»

Una seconda parte della legge si focalizza sulla prevenzione: si vuole inserire un referente in ogni istituto scolastico che avvii corsi di formazione per gli insegnanti così che possano avere le competenze per riconoscere questo tipo di comportamenti. Al preside spetta il compito del dialogo con le famiglie degli studenti coinvolti in casi di cyberbullismo e deve anche decidere azioni educativa per chi è autore di violenza online. L’educazione si rivolge anche agli stessi studenti, con dei piani ad hoc all’interno dell’offerta formativa. Il ministero dell’Istruzione ha il compito di predisporre linee guida e di predisporre vie per insegnare ai ragazzi un uso consapevole di internet e i principi della legalità. Alle iniziative in ambito scolastico collaboreranno anche polizia postale e associazioni territoriali.

I fondi per la prevenzione

Vengono ampliate le risorse destinate alla Polizia postale specializzate nella tutela dei minori sul web. Inoltre, viene costituito un tavolo tecnico interministeriale permanente per il contrasto al fenomeno. Qui verrà creato un piano d’azione e verrà realizzata una banca dati per monitorare l’andamento dei casi di cyberbullismo. (fonte)

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