Leggi sulla robotica compiono 75 anni, vanno aggiornate

Le leggi della robotica formulate da Isaac Asimov compiono 75 anni e cominciano a mostrare i segni del tempo. Potrebbero infatti non essere più adeguate ai nuovi scenari che gli sviluppi della robotica e dell’intelligenza artificiale lasciano intravedere, con macchine capaci di comunicare fra loro per muoversi all’unisono e perfino di ‘improvvisare’, con soluzioni impreviste. A lanciare il dibattito è RoboHub, la maggiore comunità scientifica internazionale degli esperti di robotica.

Introdotte da Asimov nel racconto “Runaround”, ambientato su Mercurio, le tre leggi della robotica prevedono che un robot non debba mai fare del male a un essere umano nè permettere che un uomo possa essere danneggiato dal suo mancato intervento, che il robot debba obbedire agli ordini degli uomini, tranne quando questi sono in conflitto con la prima legge, e che un robot debba proteggere la sua esistenza, a meno che questo non sia in conflitto con la prima o la seconda legge.

“Le leggi di Asimov sono molto stringenti e rigide, ma sono state concepite in un contesto storico, culturale e scientifico non ancora evoluto come quello attuale”, ha osservato l’esperto di robotica sociale Filippo Cavallo, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “Sono leggi tutt’ora valide e buon senso, ma – ha rilevato – è necessario inserirle in un quadro di norme più complesso”.

Nei 75 anni trascorsi dalla creazione delle leggi della robotica la tecnologia ha fatto passi in avanti da gigante e le tendenze attuali mostrano ormai che le relazioni fra robot e umani potrebbero diventare molto complesse. In alcuni casi, ad esempio, per un robot lasciare che un umano si faccia del male potrebbe significare rispettarne l’autonomia. Potrebbe essere questo il caso di un anziano che rifiuta di prendere le medicine che gli porge il suo robot badante. (ANSA)

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