Le piccole bugie scoperte dai figli che «geolocalizzano» i genitori
In principio era lo strumento di controllo: affidare ad un figlio uno smartphone significava poter sapere dov’era, cosa faceva, chiamarlo se tardava. Ma da controllori i genitori moderni stanno rapidamente diventando controllati. Lo rivela un’inchiesta del Wall Street Journal che, raccogliendo diverse testimonianze, ricostruisce una tendenza che sta prendendo sempre più piede: ragazzi e ragazze che controllano i movimenti dei genitori attraverso lo smartphone, attraverso applicazioni come Find my friends che consente agli utenti di controllare i dati condivisi. Un sondaggio di Pew Research center, pubblicato lo scorso anno, rivela che il 16% dei genitori dei genitori di ragazzi tra i 13 e i 17 anni usa strumenti per monitorare gli spostamenti dei propri figli. Ma finora nessuno aveva parlato della tendenza opposta, dei figli che si tramutano in segugi per scoprire cosa fanno e dove sono i propri genitori. Spesso per opportunità personale.
Pasticci nascosti per tempo
È il caso di Christy Spitler, studente ventunenne di Maryville, nel Tennesse, a cui
Il figlio goloso
Alex McDonald, di Columbus, Ohio, ha invece scoperto che i genitori gli mentono un po’. Il 24enne ha scoperto che, pur avendogli detto che tardavano perché bloccati nel traffico, in realtà erano al ristorante. «Avevo fame, sarebbe piaciuto andare anche a me», ha confessato. Ma sua madre, candida: «Immagino che lo abbiamo fatto. Ma perché lui vuole sempre mangiare gamberetti al ristorante, il piatto più costoso del menu». Apple non ha voluto commentare quest’uso «improprio» della app Find my friends, limitandosi a ricordare che gli utenti possono controllare solo i dati condivisi, e che l’applicazione ha scopi utilissimi: come avvisare automaticamente quando un amico arriva in aeroporto, un bambino lascia la scuola, un familiare arriva a casa in sicurezza.
Genitori tiratardi
Un’applicazione simile è Life360, che consente di tenere traccia anche dei dispositivi Android oltre che degli iPhones. La usa Jamie Barnhill, allievo dell’università della California a Davis. E con quella ha fatto una curiosa scoperta: «Ero a casa a studiare, ci tengo alla preparazione universitaria. E vedo che i miei genitori si erano appena ritirati: era l’una di notte. E ho pensato: che tristezza, i miei genitori fanno più tardi di me». Suo padre, Terry Barnhill, racconta che probabilmente hanno cenato e poi forse hanno visto un film e sono andati a bere in qualche locale. «Era tutto perfettamente legale- racconta- Non siamo mica limitati a dover stare in casa».
La fuga d’amore
Ma la testimonianza più divertente è quella di una assistente medico di Houston, di 25 anni. Stanca delle visite improvvise dei genitori nel suo appartamento, aveva iniziato a seguirli con Find my Friends. Una volta i genitori le avevano raccontato che stavano andando a San Antonio, a circa 200 miglia di distanza, per festeggiare il loro anniversario. Invece «ho scoperto che sono andati in un albergo a 30 minuti da qui». «Penso che vogliano solo un po’ di tempo per loro», ha detto alla sorella di dieci anni. (fonte)