Le piccole bugie scoperte dai figli che «geolocalizzano» i genitori

In principio era lo strumento di controllo: affidare ad un figlio uno smartphone significava poter sapere dov’era, cosa faceva, chiamarlo se tardava. Ma da controllori i genitori moderni stanno rapidamente diventando controllati. Lo rivela un’inchiesta del Wall Street Journal che, raccogliendo diverse testimonianze, ricostruisce una tendenza che sta prendendo sempre più piede: ragazzi e ragazze che controllano i movimenti dei genitori attraverso lo smartphone, attraverso applicazioni come Find my friends che consente agli utenti di controllare i dati condivisi. Un sondaggio di Pew Research center, pubblicato lo scorso anno, rivela che il 16% dei genitori dei genitori di ragazzi tra i 13 e i 17 anni usa strumenti per monitorare gli spostamenti dei propri figli. Ma finora nessuno aveva parlato della tendenza opposta, dei figli che si tramutano in segugi per scoprire cosa fanno e dove sono i propri genitori. Spesso per opportunità personale.

Pasticci nascosti per tempo

È il caso di Christy Spitler, studente ventunenne di Maryville, nel Tennesse, a cui

Christy e sua madre

Christy e sua madre

mamma e papà avevano raccomandato di tenere la casa pulita durante la loro assenza. Lei aveva fatto di testa sua: «Ho lasciato i vestiti sul pavimenti, i piatti da lavare…sono stata in giro tutto il tempo e ho guardato Netflix e Youtube». Non aveva preoccupazioni. Stava seguendo i genitori grazie ad un iPhone su una mappa. Quando l’applicazione le ha mostrato che entro un’ora sarebbero stati di nuovo a casa, ha ripulito tutto. Come l’hanno presa i genitori? «Mi fa ridere», racconta Cynthya Spitler, la madre. «Ma credo che se siano abbastanza maturi da inventarsi tutto questo, allora lo saranno ancora per tenersi alla larga dai guai». Un episodio simile lo racconta Joel Morton, 22 anni, laureato recentemente presso l’università della North Carolina. Quando ha aiutato i genitori a configurare l’iPhone, cinque anni fa, ha attivato anche Find my iPhone, un’applicazione ora inclusa nel sistema operativo di Apple, che aiuta a trovare un telefono smarrito. Poiché possedeva le password dei suoi genitori, ha iniziato a usarle quando i suoi genitori erano fuori per ospitare amici durante la notte: non appena loro si muovono, si precipita a risistemare tutto. I genitori non sapevano niente del suo «monitoraggio», glielo ha rivelato solo questa settimana.

Il figlio goloso

Alex McDonald, di Columbus, Ohio, ha invece scoperto che i genitori gli mentono un po’. Il 24enne ha scoperto che, pur avendogli detto che tardavano perché bloccati nel traffico, in realtà erano al ristorante. «Avevo fame, sarebbe piaciuto andare anche a me», ha confessato. Ma sua madre, candida: «Immagino che lo abbiamo fatto. Ma perché lui vuole sempre mangiare gamberetti al ristorante, il piatto più costoso del menu». Apple non ha voluto commentare quest’uso «improprio» della app Find my friends, limitandosi a ricordare che gli utenti possono controllare solo i dati condivisi, e che l’applicazione ha scopi utilissimi: come avvisare automaticamente quando un amico arriva in aeroporto, un bambino lascia la scuola, un familiare arriva a casa in sicurezza.

Genitori tiratardi

Un’applicazione simile è Life360, che consente di tenere traccia anche dei dispositivi Android oltre che degli iPhones. La usa Jamie Barnhill, allievo dell’università della California a Davis. E con quella ha fatto una curiosa scoperta: «Ero a casa a studiare, ci tengo alla preparazione universitaria. E vedo che i miei genitori si erano appena ritirati: era l’una di notte. E ho pensato: che tristezza, i miei genitori fanno più tardi di me». Suo padre, Terry Barnhill, racconta che probabilmente hanno cenato e poi forse hanno visto un film e sono andati a bere in qualche locale. «Era tutto perfettamente legale- racconta- Non siamo mica limitati a dover stare in casa».

La fuga d’amore

Ma la testimonianza più divertente è quella di una assistente medico di Houston, di 25 anni. Stanca delle visite improvvise dei genitori nel suo appartamento, aveva iniziato a seguirli con Find my Friends. Una volta i genitori le avevano raccontato che stavano andando a San Antonio, a circa 200 miglia di distanza, per festeggiare il loro anniversario. Invece «ho scoperto che sono andati in un albergo a 30 minuti da qui». «Penso che vogliano solo un po’ di tempo per loro», ha detto alla sorella di dieci anni. (fonte)

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