Le notizie su Facebook saranno a pagamento

A ottobre Facebook comincerà a fare davvero l’editore? Chissà. Campbell Brown, ex anchorwoman televisiva e da qualche mese responsabile dei rapporti con i media e dei progetti giornalistici di Menlo Park ha dichiarato al Digital Publishing Innovation Summit di New York che il social network lancerà un paywall (sistema che consente l’accesso a determinati contenuti di un sito Internet solo a pagamento) interno alla piattaforma. “Lo stiamo facendo” ha detto Brown, perché a chiederlo sarebbero stati gli stessi editori.

In pratica, come capita con alcune testate internazionali e anche nazionali, le notizie si pagheranno: alla visualizzazione attraverso Instant Articles, la modalità di lettura snella e veloce accessibile direttamente da Facebook lanciata nel 2015, si accederà tramite una sezione dedicata. Una decina i pezzi liberi nell’arco di un certo periodo per una certa testata dopo i quali l’utente dovrà attivare un qualche tipo di abbonamento. Ma le offerte potrebbero essere numerose. Potrebbe essere offerto un accesso in blocco o una serie di microabbonamenti a specifiche testate solo per gli Instant Articles. O, ancora, un classico invito ad abbonarsi in modo tradizionale. Su questo ancora nessuna certezza.

In parallelo i dubbi sono molti. Dal momento che Facebook istituzionalizzerà in questo modo il suo ruolo di distributore giornalistico diventando un’edicola digitale a tutto tondo, quali condizioni applicherà alle testate di cui rivende i contenuti? Quanto terrà per sé? Quali saranno i movimenti degli editori tradizionali? L’obiettivo concreto, a dire il vero, sembra essere più quello di aiutare chi pubblica a raccogliere abbonamenti da fruire poi in diversi modi che concludere la questione sul social. Il periodo è comunque di grande ibridazione: Google, per esempio, metterà presto un altro piede nella logica social che regge il web proponendo agli utenti una sorta di bacheca personalizzata che apparirà sugli smartphone.

Tornando a Facebook, ci vorrà in ogni caso del tempo. I primi test con un gruppo ristretto di testate partiranno solo a ottobre e l’iniziativa si allargherà nel 2018 solo se arriveranno risultati soddisfacenti. (fonte)

You may also like...