La realtà virtuale sarà il porno del futuro?

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L’industria del porno è in crisi e, per risollevarne le sorti, grandi e piccoli produttori di intrattenimento per adulti puntano su nuove esperienze digitali. Si appoggeranno su piattaforme come Oculus Rift, Samsung Gear e Google Cardboard…

Videogiochi, film e social network: quello della realtà virtuale è il prossimo carro dei vincitori su cui tutti vogliono salire. Compresi quelli del porno. Si perché da quando si è iniziato a parlare di Oculus Rift, in arrivo nella prima metà del 2016, e i visori si sono diffusi ovunque anche grazie al progetto Cardboard di Google, la Rete è stata invasa da decine di siti che offrono esperienze hard pensate appositamente per la realtà virtuale: diversamente dal solito, tutta l’azione si svolge in prima persona, con la possibilità di guardarsi attorno a 360 gradi.

E non c’è da meravigliarsi, visto che pornografia e tecnologia fanno rima non solo in termini poetici ma anche di sviluppo tecnologico: quando negli anni ‘80 i colossi di Hollywood vedevano le videocassette come focolai di pirateria, ad esempio, furono proprio i produttori di porno a credere nelle VHS, decretando la morte del Betamax. Ed è sempre grazie alla pornografia se le connessioni sono diventate sempre più veloci, a causa della grossa necessità di dati, e lo streaming video sempre migliore, per non parlare dei pagamenti online con carta di credito, che ancora prima di Amazon ed eBay servivano per iscriversi ai siti più piccanti della Rete. Insomma, Internet l’avranno anche inventata i militari, ma non si può dire che le pornostar non abbiano fatto la loro parte.

La carne al fuoco è tanta: da un lato ci sono i nuovi portali come Oculus Porn e Badoink VR, che offrono filmati ottimizzati sia per Oculus Rift, Samsung Gear e Cardboard (quest’ultimo è in cartone, supereconomico, e viene spesso spedito in regalo all’atto dell’iscrizione). Dall’altro ci sono i colossi statunitensi, la vera industria del porno, che però non si muove in maniera unitaria. Se Naughty America ha messo i contenuti per realtà virtuale in primo piano sulla propria home page, il concorrente Brazzers continua invece a credere nel porno tradizionale, tanto che già a metà del 2013 aveva definito “inquietante” il fenomeno dell’erotismo virtuale.

La realtà però è che l’industria del porno non se la passa poi così bene, visto che il dilagare dei siti di streaming gratuito, da YouPorn a RedTube, ha reso quasi impossibile convincere qualcuno a pagare per vedere gli stessi contenuti, anche se di qualità video superiore. Per questo la realtà virtuale rappresenta anche un terreno di riscatto per la pornografia: con la promessa di un’esperienza aumentata rispetto al classico video, gli utenti saranno più facilmente disposti ad aprire il portafoglio. Tanto che la banca di investimenti Piper Jaffray stima che entro il 2020 il ‘VR porn’ supererà ampiamente il miliardo di fatturato, posizionandosi al terzo posto dopo i videogiochi e il football americano.

Esiste in ogni caso un problema di piattaforme: se da pc e smartphone i contenuti pornografici sono facilmente accessibili a chiunque, grazie allo streaming via web e al 4G, lo stesso non si può dire dei visori, dove la maggior parte dei contenuti passa e probabilmente passerà attraverso le app. Un problema non da poco, visto che la stessa Oculus ha fatto capire che all’uscita del visore Rif non saranno disponibili nello store video espliciti.

Sarà il porno a far decollare la realtà virtuale o viceversa saranno i visori a risollevare le sorti dell’erotismo digitale? Ai virtuonauti (un po’ maiali) l’ardua sentenza. (fonte)

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