In Italia ‘esperto’ è la parola più usata nel curriculum

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Esperto, ma anche strategico, responsabile e creativo sono le parole che ricorrono di più nei profili-curriculum italiani di LinkedIn, il social network per professionisti più grande del mondo. La classifica mondiale stilata dalla rete sociale professionale per il quinto anno consecutivo vede in testa a livello mondiale la parola ‘Leadership’ che però in Italia risulta solo al decimo posto, mentre la seconda ‘buzzword’, ‘Motivato’, compare nella lista italiana all’ottavo posto.

LinkedIn pubblica questa speciale classifica delle parole più usate e abusate dai lavoratori per descrivere le proprie capacità professionali nel giorno in cui la maggior parte degli 8 milioni dei suoi membri aggiorna il curriculum-profilo. Rispetto all’anno scorso, in Italia il termine ‘strategico’, che era al nono posto, ha scalzato ‘responsabile’, sceso al terzo.

Tra i dieci aggettivi più usati dagli italiani il termine ‘flessibile’, che pare quindi essere la caratteristica meno in voga, è passato all’ultimo posto. Nel 2010, ‘vasta esperienza’ era l’espressione più utilizzata a livello mondiale, ‘innovativo’ in Italia. E, mentre nel 2011 il termine più in voga in Italia è stato ‘problem solving’, a livello internazionale – per due anni consecutivi, dal 2011 al 2012 – è stato ‘creativo’. A livello globale, la nuova classifica delle ‘buzzword’, secondo LinkedIn, ‘sottolinea come il mercato del lavoro stia cercando sempre più di orientarsi verso professionisti che abbiano capacità decisionali e siano spinti da forte interesse per il lavoro che svolgono’. Il social network professionale non manca di dare anche qualche consiglio per meglio compilare il proprio curriculum vitae.

“Nella vita reale non ci descriveremmo mai come persone ‘strategiche’ ‘driven’ o di ‘vasta esperienza’ – spiega Marcello Albergoni, alla guida di LinkedIn Italia -, allora perché lo facciamo sul nostro profilo LinkedIn? Vogliamo incoraggiare i nostri membri a mostrare i loro risultati attraverso foto, presentazioni ed esempi delle proprie attività professionali per dimostrare quanto effettivamente i professionisti siano ‘appassionati’, abbiano ‘successo’ o siano ‘creativi’ anche senza le solite e noiose ‘buzzword'”. (ANSA)

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