Il cestino ”intelligente” che fa la raccolta differenziata da solo

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RecycleBot è una sorta di elettrodomestico che aiuta gli utenti nella raccolta differenziata in modo intelligente.

Si chiama RecycleBot ed è uno dei piccoli grandi progetti presentati alla Maker Faire 2015: è una sorta di elettrodomestico che aiuta gli utenti nella raccolta differenziata in modo intelligente. Chi lo utilizzerà non dovrà fare altro che avvicinare il codice a barre a un lettore e gettare i rifiuti all’interno della pattumiera: a smistare i prodotti in base al materiale (plastica, metallo, vetro e carta) ci penserà RecycleBot.

A presentarlo alla fiera dell’innovazione più grande d’Europa, il maker Damiano Franco che ha costruito il cestino con Arduino e Yun Shield è lo ha pensato per essere totalmente integrato negli alloggiamenti della cucina: una volta installato non è visibile, eccetto per la botola sul piano di lavoro necessaria per l’inserimento dei rifiuti. Questa botola è chiusa da un coperchio che viene aperto dopo la pressione di uno dei tasti o la scansione di un codice a barre.

Recyclebot, che ovviamente non è un cestino come tutti gli altri, è collegato a internet in modo che possa accedere a una banca dati contenente l’associazione tra codici a barre e materiali. 
Nel caso recyclebot non riconosca il codice a barre, sul display appare un’invito rivolto all’utente a premere il tasto corrispondente al materiale che sta gettando.

Ma l’uso della connessione internet ha altri benefici: generare la lista giornaliera o settimanale della spesa, infatti, permetterebbe alle aziende che si occupano della raccolta dei rifiuti di conoscere in tempo reale la produzione, in termini quantitativi e qualitativi, dei rifiuti. «Tali informazioni – dice il maker Damiano Franco che ha presentato il suo cestino intelligente al Messeggero.it – possono essere utilizzate per ottimizzare il servizio di raccolta evitando di inviare con eccessiva frequenza i camion della raccolta in zone in cui la produzione di rifiuti è bassa, concentrando invece la raccolta in zone in cui la produzione dei rifiuti è molto elevata.
 In più le stesse aziende di raccolta possono manipolare il database condiviso delle associazioni in modo da regolare da remoto il comportamento di Recyclebot. Ad esempio, in un Comune si può impostare il programma in modo che plastica e metallo vadano nello stesso contenitore, mentre in un altro Comune lo si può impostare destinando tali materiali in contenitori differenti. La registrazione della produzione di rifiuti, inoltre, può essere utilizzata ai fini della tassazione sulla raccolta».

«Ma il progetto di Recyclebot – conclude Franco – è tutto in divenire e nuove funzionalità saranno aggiunte quando il prototipo diventerà realtà: «In futuro pensiamo di inserire l’umido e dei appositi sensori che riconoscono i rifiuti da smaltire tramite analisi veloce del materiale. In più vogliamo aggiungere un “compattatore”, ovvero un dispositivo dedicato alla riduzione del volume dei rifiuti immessi». (fonte)

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