Foto pixellate, software riconosce elementi oscurati

foto-pixellate

QUALSIASI immagine elaborata al computer per nascondere qualche dettaglio potrà tornare nella versione originale. Non c’è Photoshop che tenga per mimetizzare i particolari tutelati dalla privacy. I volti pixellati torneranno riconoscibili, le targhe leggibili, e così via.

A inventare il software ”cancella pixel” sono stati due ricercatori della Cornell University, e il loro metodo, raccontato in uno studio scientifico (intitolato ”Defeating image obfuscation with deep learning”) pubblicato sul Arxiv.org. Ma come hanno fatto i ricercatori a ‘insegnare’ al software a cancellare le zone pixellate di una foto digitale? Il procedimento per istruire il programma passa attraverso due fasi. Durante la prima, un’immagine di campione è stata inserita nel sistema in originale. Subito dopo, la stessa figura è stata oscurata in alcune parti con dei pixel. Ripetendo questo procedimento tante volte, il software, predisposto ad arte dai programmatori, è riuscito a estrapolare un algoritmo presente in tutte le modifiche. Grazie a questo comune denominatore elettronico, è stato dunque possibile elaborare un procedimento inverso. Cioè, passare dalle immagini pixellate a quelle originali.

Testato con successo.

L’algoritmo del software è in grado di svelare tutti gli attuali metodi di oscuramento delle immagini: il ‘pixellamento’, l’effetto sfocatura e il sistema P3, considetato tra i più efficaci per tutelare la privacy delle foto. È stato testato contro una serie di immagini offuscate in modo standard, con le quali l’uomo ha appena lo 0,19% di probabilità di riconoscere un volto. Il risultato? Un’accuratezza nel ricostruire le parti nascoste del 71%, dato che sale all’83% dopo cinque tentativi. “Adesso gli esseri umani – sostengono i ricercatori, tra cui Richard McPherson, scienziato informatico dell’Università del Texas – non sono i più bravi a elaborare con i loro occhi ciò che vedono. L’intelligenza artificiale di questo software, in grado di ricostruire i particolari che si vogliono mantenere segreti, supera ora l’intelligenza degli esseri umani”.

I rischi per la privacy.

I ricercatori avvertono che il programma può comportare serie conseguenze in termini di protezione dei dati personali. “Le tecniche che abbiamo usato – spiega Vitaly Shmatikov, uno degli autori della ricerca – sono veramente semplici nel campo del riconoscimento delle immagini. Il metodo di apprendimento della macchina che abbiamo sfruttato ha persino dei tutorial e dei manuali online, e quindi sarebbe possibile anche per un malintenzionato con poche conoscenze di base effettuare questo tipo di attacchi”.

Ciò significa, ad esempio, che le persone che appaiono nelle riprese di Google Street View, oscurate in un secondo momento, potrebbero essere identificate nonostante la sfocatura dell’immagine. Come dire: basta un algoritmo e la vostra privacy, per quanto riguarda le immagini, sfuma. (fonte)

You may also like...