Facebook e telepatia, inviare e ricevere pensieri con la mente

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Un sistema di invio e ricezione dei pensieri, capace di connettere le persone in tutto il pianeta in un modo completamente nuovo. Ci sta lavorando Facebook che come parte della sua costante missione di connettere il mondo sta cercando diversi ingegneri che lavorino a tecnologie di neuroimmagine e alle interfacce neurali.

In quest’ultimo caso, una delle responsabilità sarà “l’applicazione di metodi di apprendimento automatico, inclusi modelli di encoding e decoding, alle neuroimmagini e ai dati elettrofisiologici”. In tutti i casi si fa riferimento a Building 8, il team di ricerca e sviluppo ideato da Facebook per partorire i progetti del futuro. Per dare una spinta ha anche assunto Regina Dugan, ex-Google ed ex-DARPA (Defense Advance Research Projects Agency). La base di Building 8 è quella di evolvere un’idea in un progetto più o meno concreto nell’arco di due anni; se non ci si riesce, il progetto viene annullato e l’attenzione spostata altrove.

L’idea della comunicazione telepatica può sembrare al momento qualcosa di folle considerato che stiamo ancora discutendo degli albori della realtà virtuale e aumentata. Mark Zuckerberg ha però anticipato la volontà di sviluppare una simile tecnologia già nel 2015, quando durante una sessione di domande e risposte su Facebook commentò che “un giorno, credo che potremo inviare pensieri completi uno all’altro usando la tecnologia. Penserete a qualcosa e i vostri amici lo riceveranno automaticamente se lo vorrete”.

Nel 2017 diamo ancora la caccia al segnale della rete cellulare per poter inviare messaggi di testo, quindi immaginare di poter inviare e ricevere pensieri complessi cade ancora nella categoria “fantascienza”. D’altronde, però, Facebook ha già dimostrato di spingersi oltre, come fanno tante altre aziende tecnologiche, Google in primis, per cercare il prossimo passo evolutivo.

In merito alla realtà virtuale, ad esempio, internamente a Oculus si sta lavorando a migliorare il feedback tattile permettendo all’utente di sentire anche sensazioni come caldo e freddo a seconda di ciò che sta accadendo nel mondo virtuale (un falò oppure un viaggio nell’Artico).

Nel 2014, alcuni ricercatori dell’università di Harvard sono riusciti a inviare e ricevere una comunicazione telepatica, sebbene non come viene intesa dal grande pubblico. Il mittente in India, che indossava un elettroencefalogramma wireless connesso a internet (vedasi immagine sottostante), ha pensato a parole molto semplici come “ciao”; il messaggio è stato tradotto da un computer in codice binario e spedito via e-mail al destinatario in Francia. Lì, è stato convertito in una serie di stimoli luminosi visibili nella visione periferica del destinatario. Non è apparsa alcuna parola né pensiero, ma si è trattato di un piccolo passo nella direzione della comunicazione cerebrale. (fonte)

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