Facebook ha problemi all’algoritmo, ripubblicati vecchi post

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Qualche settimana fa, per un errore del software, Facebook aveva dato per morti circa due milioni di utenti, creando non pochi problemi alle bacheche di amici e parenti delle pseudo vittime. Tra l’altro dal punto di vista statistico qualcuno era morto veramente in quel frangente, ricordandoci che anche un orologio fermo, segna l’ora esatta almeno due volte al giorno.

Ancora foto pubblicate senza consenso

Secondo Mashable, che riporta per primo la notizia, da qualche ora è in corso un problema tecnico abbastanza serio. I vecchi post e le vecchie immagini archiviate degli utenti, stanno comparendo nuovamente sulle bacheche. Un bug non da poco, soprattutto dopo il recente giro di vite alle funzionalità di controllo privacy e visibilità selettiva dei contenuti. L’anomalia comunque, sembra partita da un bug riconducibile alla funzione year in review 2016, che come sappiamo, consente la pubblicazione al volo di un video con i momenti più importanti del nostro ultimo anno passato in Facebook.

E se invece ci fosse lo zampino del Big Data?

A pensar male si fa peccato, ma queste anomalie, questi bug che da qualche tempo affliggono Facebook, sembrano andare tutti nella direzione dell’analisi Big Data. Nessun complotto chiariamoci, ma la tentazione di fare statistica spinta su 1,67 miliardi di utenti al mondo è allettante. Pubblicare una vecchia foto del nostro archivio sulla nostra bacheca, e soprattutto farlo su un campione di un milione di persone, cosa consentirebbe di vedere? Ad esempio, così per dire, consentirebbe di vedere quanti la cancellano e quanti sono disposti ad accettare un contenuto pubblicato da terzi senza volontà. Forse consentirebbe di testare proprio la volontà o il livello di accondiscendenza degli utenti.

Ancora forse. Molto probabilmente potrebbe essere il test di una nuova funzionalità pubblicitaria. Alla fine ogni azienda testa i prodotti su un campione di utenti prima del lancio. Certo, qui lo fa senza consenso, ma se lo facesse con il consenso il test non sarebbe più utile. Confidiamo quindi in Zio Mark, che sappia trovare il limite oltre al quale non spingersi. Qui qualcuno inizia a farsi strane domande, e l’ultima cosa che ci serve è una crisi costituzionale all’interno della seconda superpotenza più popolosa del pianeta: Facebook. (fonte)

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