Facebook, quando meno ce lo aspettiamo i nostri amici ci spiano

amici-spiano

Avete mai sospettato che i vostri amici stiano spiando il vostro profilo Facebook agendo alle vostre spalle? Secondo una nuova ricerca condotta dalla University of British Columbia in Canada, il 24% degli intervistati aveva sbirciato l’account Facebook di un’altra persona senza il permesso di quest’ultima (si tratta di una persona su cinque), mentre il 21% aveva dichiarato di essere stata una vittima in tal senso, cioè era a conoscenza del fatto di aver avuto degli accessi non autorizzati. Si tratta di attacchi di spionaggio social, si parla di “social insider attack”: lo spione conosce la vittima e riesce a guadagnare l’accesso al suo account avendo a disposizione fisicamente i dispositivi della vittima, che si tratti di un cellulare, di un tablet, di un laptop o altro.

Facebook: attenzione agli amici spioni

Lo studio ha preso in esame 1.308 utenti adulti su Facebook negli Stati Uniti. Ivan Beschastnikh, uno degli autori della ricerca, ha così spiegato: “Inizialmente volevamo realizzare delle soluzioni per limitare questi attacchi, ma abbiamo subito scoperto che non era quella la strada da percorrere. Così abbiamo deciso che dovevamo effettuare uno studio empirico per capire meglio gli attacchi prima di cercare di evitarli”.

Uno scenario comune è quello del proprio partner che riesce ad accedere al nostro account: l’attacco può essere motivato da curiosità o gelosia. In questo caso spesso lo spione si limita a controllare i messaggi privati della vittima, quindi l’intrusione è difficile da scoprire.

Secondo Beschastnikh una soluzione sarebbe che Facebook fornisse un supporto migliore per monitorare le attività passive degli account: nel registro attività si dovrebbero vedere non solo le azioni attive, ma anche quelle passive. In questo modo le vittime potrebbero identificare gli attacchi e si potrebbero scoraggiare i potenziali spioni.

Un’altra soluzione è che Facebook inserisca un proprio codice di accesso, non memorizzabile sul device, che l’utente debba inserire ogni volta che apre l’applicazione. Sugli smartphone, invece, in tal senso sarà utile la rilevazione delle impronte digitali per poter entrare in alcune applicazioni. Difficile, invece, bloccare gli spioni su portatili e computer, dove spesso salviamo le password di accesso rendendo così facile a un’altra persona accedere ai nostri account sui nostri dispositivi. (fonte)

You may also like...