Facebook, come sarebbe senza “Mi Piace”

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Un solo tasto ha contribuito al suo successo e, nell’immaginario collettivo, ne ha segnato (e di certo ne segnerà) tutta la storia. Il “Like” di Facebook è molto più di una semplice funzione, rappresenta uno stesso modo di vedere il mondo, una condivisione di idee e argomenti, da quelli più banali ai recenti fatti di cronaca. A differenza di Twitter, dove molti tendono a specificare che un singolo retweet non rappresenta l’essere d’accordo o l’appoggiare il post originale (in inglese “endorsement”), su Facebook il pulsante ”Mi piace” è invece una chiara approvazione di intenti, in riferimento a foto, video e contenuti testuali.

Ed è proprio ciò che stiamo vivendo negli ultimi giorni con il moltiplicarsi di filmati che riguardano la “Ice Bucket Challenge”, con milioni di “Like” posti sotto i filmati caricati sulla piattaforma; un “Mi piace” che vuol dire: “Bravo, apprezzo il tuo gesto” in favore delle donazioni per la ricerca contro la SLA. Difficile dunque immaginare Facebook senza il suo pollicione blu in alto, privo di un qualsiasi riferimento al successo di un post.

Eppure c’è chi ha pensato di sperimentare il social network sotto questa nuova veste, orfano del “Like”. Lo sviluppatore Adam Powers ha pubblicato “Neutralike”, un plugin per il browser di Google, Chrome, che permette di nascondere qualsiasi riferimento al tasto “Mi piace” all’interno di Facebook. Una volta attivata, la funzione rimuoverà il pulsante e quindi la possibilità di cliccarlo, oltre ad ogni riferimento relativo al suo utilizzo, come il conteggio dei “Mi piace” sotto uno specifico post. Le uniche due voci a restare intatte saranno la possibilità di fare “Like” sulle pagine pubbliche e il numero di notifiche rosse numeriche che compaiono sulla barra superiore del social network e che indicano, tra l’altro, il numero di “Mi piace” sui propri contenuti (le altre persone potranno sempre cliccare “Mi piace” sui post pubblicati dall’utente che ha disabilitato solo per sé la funzione).
Ma perché si dovrebbe nascondere la funzione “Like”? “L’obiettivo principale era il non voler più cliccare semplicemente un bottone per approvare un contenuto – ha detto Adam Powers ad Atlantic – l’intento è commentare, anche minimamente, un post di interesse”. La scelta è assolutamente in controtendenza. Diversi studi hanno evidenziato l’importanza del tasto per il social network. Rinunciarvi vorrebbe dire andare contro gli interessi di Mark Zuckerberg, con una scelta che non sarebbe poi così disastrosa, almeno per gli utenti comuni.

Secondo Powers infatti, l’assenza del “Mi piace” porterebbe ad un incremento dell’interazione tra gli utenti, che non si limiterebbero più a cliccare un bottone per esprimere il loro apprezzamento ma si vedrebbero costretti a scrivere qualcosa nei commenti del post. Man mano che l’esperimento procede, il commento positivo diventerebbe poi normale e automatico, almeno quanto l’abbandono del “Like”. È, più o meno, la stessa conclusione a cui è arrivata la giornalista di Medium, Elan Morgan, che ha dichiarato di aver smesso di cliccare “Mi piace” su Facebook già da un po’. “Quando ho eliminato la possibilità di mettere Mi piace sui post dei miei amici (con uno dei tanti plugin atti a farlo) ho cominciato a sentirmi invisibile per il fatto di non poter far vedere alle persone che avevo letto i loro post e mi piacevano. Io leggevo e nessuno sapeva che lo stavo facendo, se non lasciando un commento sotto ai loro post”.
L’esperienza è stata dura ma, a quanto pare, ha rivelato un nuovo modo di vivere la rete: più umana e interattiva. “Sono diventata più presente e coinvolta – ha scritto Morgan – perché ho dovuto usare le mie stesse parole (e non solo il “Like” ndr.) per lasciare il segno”. Via libera a commenti più frequenti, dibattiti con gli amici e un “news feed” molto più vivo e dinamico di prima.

Basterebbe quindi togliere il “Like” per rendere Facebook un posto migliore? Probabilmente no, e non solo perché il sito vive (e tanto) grazie all’eco digitale che ne fanno i vari pulsantini sparsi per siti web e blog. “Ma c’è la possibilità che l’umanità e l’amore che le persone pensano siano svaniti, a causa di un algoritmo inanimato che gestisce i post, possano tornare in luce se si vuole un’esperienza sociale rinnovata” – conclude Morgan.

È ciò che Adam Powers considera una rivoluzione: “Questo è solo l’inizio. Una volta che avrò imparato ad usare meglio il linguaggio javascript, realizzerò un metodo per bloccare tutte le notifiche che riguardano i like, visto che è questa la fonte principale di ciò che io chiamo dopamina oscura”. Liberare il social network dal tastino potrebbe rendere i suoi iscritti più rilassati, senza l’ansia continua di controllare quanti “Mi piace” hanno avuto i post, le foto al mare o i video delle secchiate gelate. Facebook senza “Mi piace” è possibile e non è detto che sia poi così male. Spiegatelo però a Mr. Zuckerberg. (fonte)

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