Facebook, algoritmo insensibile e persone impreparate

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Un algoritmo è un procedimento che risolve un determinato problema attraverso un numero determinato e finito di passi elementari. (…) L’algoritmo è un concetto fondamentale dell’informatica, anzitutto perché è alla base della nozione teorica di calcolabilità: un problema è calcolabile quando è risolvibile mediante un algoritmo. Inoltre, l’algoritmo è un concetto cardine anche della fase di programmazione dello sviluppo di un software: preso un problema da automatizzare, la programmazione costituisce essenzialmente la traduzione o codifica di un algoritmo per tale problema in programma, scritto in un certo linguaggio, che può essere quindi effettivamente eseguito da un calcolatore. (wikipedia)

Qualcuno aveva aperto su Facebook una pagina intitolata “Che schifo i bambini down”. Lo dice Francesco, papà di una bambina con Sindrome di Down, e molti altri. Racconta anche che aveva provato a denunciare la cosa ai gestori del social network, usando lo strumento che permette di segnalare i contenuti offensivi. “Devastante” la risposta fornita dal servizio (automatico?) di Facebook. Ecco il testo:

Hai segnalato “Che schifo i bambini down” perché incita all’odio. (…) Abbiamo controllato la Pagina che hai segnalato per la presenza di discorsi o simboli di incitazione all’odio e abbiamo riscontrato che rispetta i nostri Standard della comunità.

Ed ecco l’amaro commento di Francesco: “Non voglio convincere nessuno del fatto che i bambini Down in realtà non fanno schifo (non solo in quanto papà di una splendida bimba con la Sindrome), desidero però che si conosca e si reagisca all’imperante sottomissione al diritto di insultare chiunque non so in nome di quale libertà. Mi auguro che l’indignazione superi i confini di noi genitori di bimbi Down e coinvolga tutti, perché se la società che lasceremo ai nostri figli avrà gli standard di Facebook siamo messi proprio male.

Un paio di giorni dopo cerchiamo su Facebook la pagina incriminata e scopriamo, con piacere, che è stata chiusa. E’ stata online due o tre giorni e che in quel tempo era riuscita a raccogliere 171 “mi piace”.

Questa la comunicazione di Facebook.
Dopo ulteriori revisioni ci siamo resi conto che la pagina è  contro i nostri standard della comunità e  che l’avremmo dovuta rimuovere immediatamente. Con più di 1,4 miliardi di persone che utilizzano Facebook in tutto il mondo non facciamo sempre le cose in maniera corretta, e incoraggiamo le persone a segnalare i contenuti, così che noi possiamo agire rapidamente.
Con un miliardo e mezzo di utenti è impossibile immaginare un servizio in grado di rispondere tempestivamente a tutti. E che per quanto ci si sforzi di impostare risposte automatiche cortesi e concilianti, ci sarà sempre qualcosa che sfugge, qualche parola fuori luogo, qualche ritardo di troppo.La nostra, come Facebook, è una società fondata sugli algoritmi, sulle risposte automatiche e sulle policies aziendali, e di questo occorre aver paura. L’apparenza inganna, la bestemmia è permessa, il rispetto manca quando c’è l’anonimato…Dei deficienti che hanno creato la pagina, tecnicamente meglio chiamarli troll per evitare bannaggi o querele, personaggi mitici e insieme profondamente stupidi che si divertono a provocare sdegno facendosi grasse risate, meglio non parlarne ulteriormente. Si farebbe solo il loro gioco, proprio sporco e lurido come loro. (fonte)

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1 Response

  1. Silvia ha detto:

    Della stessa serie della pagina cancellata, ce ne sono altre dello stesso tenore, basta scrivere “Che schifo…” i marò, i neonati, i malati ecc… Sono state più volte segnalate ma Fb non le rimuove