In Europa stop al roaming, le chiamate saranno meno care

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Basta costi per il roaming in Europa dal 15 giugno prossimo. La notizia, di non dover pagare più i sovrapprezzi per le chiamate da cellulare e il traffico dati all’estero, pare allettante ma forse non troppo. Propedeutico alla misura è stato l’accordo trovato ieri dal consiglio e dal parlamento europeo sulle tariffe tlc all’ingrosso: i prezzi per voce e dati che gli operatori praticano tra di loro caleranno del 90%.

E dunque in base all’accordo, dal 15 giugno il prezzo all’ingrosso del traffico dati scenderà da 50 a 7,7 euro a Gb. Tariffa che poi calerà ancora fino ai 2,5 euro previsti per il 2022. In realtà, 7,7 euro a Gb è una tariffa molto più alta di quelle già vigenti attualmente tra gli operatori. In Finlandia, secondo una tabella pubblicata dal sito Truenumbers, il prezzo all’ingrosso praticato agli operatori è di 28 centesimi, quindi un giga costa meno di tre euro. In Italia è leggermente più alto: 31 cent a Mb. E dunque perché mettere un tetto così alto? Semplice. Il tetto serve agli operatori quando non sono in grado di recuperare i costi. In quel caso potranno domandare al regolatore nazionale l’autorizzazione ad applicare un sovrapprezzo fino a 77 centesimi a Mb.

Insomma un meccanismo complesso che potrebbe anche portare, secondo alcune analisi, all’aumento delle tariffe nazionali per consentire agli operatori di recuperare il mancato incasso collegato al roaming. Secondo le prime analisi il prezzo all’ingrosso di 7,7 euro a Gb potrebbe infatti essere troppo per gli operatori più piccoli e competitivi. Comunque, per evitare il rischio di abusi, il testo presenta diversi accorgimenti e sarà oggetto di un’analisi dell’esecutivo Ue ogni due anni. Secondo Bruxelles le tariffe elaborate sono bilanciate: consentono agli operatori di offrire il roaming agli utenti ma sono anche abbastanza alte per non costringere i Paesi ospitanti ad aumentare le tariffe nazionali per continuare ad offrire un servizio di qualità.

E sono stati proprio i Paesi di grande flusso turistico, che in estate accolgono milioni di visitatori dal Nord Europa a chiedere a gran voce tetti delle tariffe all’ingrosso che non fossero per loro penalizzanti. Il roming è stato per un lungo periodo una manna per gli operatori dato che le chiamate dall’estero costavano molto. Da tempo però i gestori hanno elaborato tariffe «tutto compreso» anche per l’estero. La fine del roaming dovrebbe dunque far scendere l’estero ed eliminare tutti i «balzelli» oggi spesso previsti in caso di soggiorno all’estero nei 28 Paesi dell’Unione Europea. Ossia le tariffe attivabili in caso di viaggio come Tim in viaggio (20 euro per 10 giorni di telefonate e 2Gb di traffico dati) o Passport di Vodafone che con tre euro al giorno consente 30 minuti di chiamate e 200 Mb di traffico dati. Questo se non si vuole fare un abbonamento tutto compreso dove i due principali gestori al momento presentano tariffe simili, circa 40 euro al mese, comprensivi di chiamate (e traffico dati ma con il contagocce) anche negli Usa.

Ora tutto dipenderà dai singoli gestori, con cui la commissione Ue ha lavorato, elaborare le tariffe al dettaglio. O meglio i «pacchetti» visto che è difficile trovare utenti che hanno un’offerta a minuti e non invece una «tutto compreso». Dove, però, a volte si affollano clausole che potrebbero trasformarsi in spiacevoli sorprese in bolletta alla fine del mese. (fonte)

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