Ecco come i killer usano Facebook
Un recente studio condotto da un team della Birmingham City University ha scoperto che ci sono sei tipi di assassini su Facebook o meglio, assassini il cui crimine ha a che vedere in qualche modo con l’uso di Facebook.
La ricerca, pubblicata sulla Howard Journal of Criminal Justice, ha esaminato 48 casi distinti di “omicidi da Facebook” dal 2008 al 2013. Si tratta di assassini che utilizzano il social media per braccare la loro preda, o vantarsi delle loro fantasie, prima di passare all’azione.
Il team, guidato dalla Dr.ssa Elizabeth Yardley e dal professor David Wilson, ha concluso che:
Nel corso degli ultimi anni ci siamo imbattuti in alcuni cosiddetti Assassini da Facebook – ha dichiarato la dr.ssa Yardley – ma finora non era stata avviata alcuna ricerca in questo settore. Intendevamo accertare se questo tipo di omicidi presentasse peculiarità diverse rispetto agli altri tipi di omicidi. Sostanzialmente possiamo sostenere che non è così.
Questi crimini, tuttavia, hanno presentato correlazioni tali da prestarsi ad essere classificati in sei categorie, tante sono le tipologie degli utenti associate agli omicidi.
Il reattivo
E’ il più comune, riguarda il 27 per cento di tutti i casi di omicidio che coinvolgono Facebook, con l’autore che usa il social per acquisire un’informazione alla quale reagisce.
L’informato
Nel 22,9 per cento dei casi, l’assassino utilizza il social network per annunciare le sue intenzioni o illustrare il suo piano
L’antagonista
Nel 16,7 per cento dei casi scambi ostili online hanno condotto gli interessati ad un faccia a faccia violento e mortale.
Il fantasista
Include quei casi di omicidio nei quali l’autore indulge in una fantasia e utilizza il social network per adescare le sue vittime, utilizzando un profilo fake o riproducendo i profili di amici e conoscenti della vittima per accerchiarla.
Il predatore
Nel 12.5% dei casi l’assassino ha contatti con le sue vittime online e offline. Mantiene un profilo fake online e intrattiene rapporti dal vivo con le vittime. Utilizza e integra le informazioni carpite dal social per agevolare ed intensificare la relazione diretta con la vittima scelta.
L’impostore
Ricorre nell’8.3% dei casi, spesso associato a crimini domestici, l’assassino, per non essere scoperto, continua ad aggiornare la pagina Facebook della vittima per dare l’impressione che la vittima sia ancora viva. (fonte)