Che tipo da selfie sei?

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Ricercatori della Brigham Young University hanno scoperto che il motivo che spinge le persone a farsi foto in continuazione va oltre il narcisismo e il voler mettersi in mostra, identificando così tre gruppi di “selfie-dipendenti”…

Perché la gente fa i selfie e poi li condivide?

Partendo da questa domanda, cinque studenti che stavano seguendo un master alla Brigham Young University hanno cercato di capire le dinamiche che spingono le persone a mettersi in posa davanti alla fotocamera dello smartphone per immortalare praticamente ogni momento della loro vita. E al termine dello studio, pubblicato sul nuovo numero della rivista Visual Communication Quarterly, i ricercatori hanno dimostrato come le motivazioni dei «selfiesti» vadano ben oltre l’ossessione di sé e il desiderio di farsi vedere, identificando tre categorie di «amanti dell’autoscatto».

I comunicatori

Questo tipo di selfiesti scatta foto principalmente per coinvolgere amici, parenti o follower in una conversazione. «Per le persone di questa categoria la comunicazione a due vie è fondamentale – spiega al Daily Mail Maureen “Mo” Elinzano, coautrice dello studio – quindi ricorrono ai selfie quando vogliono dare inizio ad una conversazione. Un esempio classico sono le celebrità che spingono le persone a votare postando una foto con “Io ho votato” su Instagram».

Gli autobiografi

In questo caso parliamo di persone che usano i selfie come strumento per immortalare gli eventi chiave delle loro vite e per conservare i ricordi importanti. E sebbene anche questi selfiesti puntino a mostrare agli altri le loro foto, ciò non significa che cerchino necessariamente un riscontro o un coinvolgimento da parte di amici o parenti, come invece accade per i comunicatori. In tale gruppo potrebbe probabilmente rientrare l’astronauta della Nasa Scott Kelley, che ha trascorso un anno a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, facendo la cronaca del suo viaggio nello spazio con uno svariato numero di selfie.

I promotori di se stessi

Sono il gruppo più piccolo, ma anche quello più attivo come numero di selfie. Non a caso, fra i più prolifici promotori di se stessi gli autori dello studio citano le cantanti Taylor Swift e Katy Perry o le sorelle Kardashian, Kim in testa. «In questo caso ci troviamo di fronte a persone che adorano documentare tutta la loro vita e condividerla poi con gli altri – sottolinea Harper Anderson, altro coautore della ricerca, attualmente impegnato in un dottorato alla Texas Tech – nella speranza di mostrare se stessi e le loro storie sotto una luce positiva».

Conclusioni

Aver identificato i tre gruppi di selfiesti è importante «perché si tratta di un genere diverso di fotografia, che non era mai stata sperimentata in precedenza, ma che per le persone rappresenta un’opportunità per esprimere loro stesse e ricevere un qualche riscontro a questa loro forma di espressione», commenta Steven Holiday, terzo coautore dello studio. Secondo invece il suo collega Matt Lewis, «capire le motivazioni alla base di un autoscatto sarà prezioso negli anni a venire, quando la storia visiva della nostra società sarà in gran parte formata dai selfie». (fonte)

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