Attenzione, la multa per eccesso di velocità ha un virus come allegato

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Nelle ultime ore, si starebbe diffondendo una nuova infezione informatica tramite posta elettronica: è quella della multa che si basa su una reale violazione della velocità. Diffidatene: è un malware!

Passano le Feste ma non l’intenzione di farcela, la festa, almeno informaticamente parlando. I colleghi del portale “The Verge” hanno, infatti, segnalato una recentissima infezione informatica che, per quanto attualmente circoscritta agli States, potrebbe presto sbarcare anche nel Vecchio Continente: il malware del “vero” eccesso di velocità.

La minaccia informatica cui fa riferimento la rivista americana online, ha un meccanismo di funzionamento davvero “diabolico” ed ingegnoso (come quello delle finte cartelle Equitalia). Ad alcuni abitanti di Tredyffrin, piccola cittadina della Pennsylvania, nei giorni scorsi, è giunta una mail che sembra inviata dalle autorità locali (ovviamente in inglese) con riportato il nome della persona “incriminata”, il tratto di strada realmente percorso, il limite di velocità per quel tratto, e la velocità – in eccesso – realmente riscontrata dall’utente di quel tratto di tragitto praticato.

I dati in questione sarebbero tratti da alcune applicazioni malevole installate incautamente negli smartphone, probabilmente in maggioranza Android, grazie all’abilitazione delle “Fonti non sicure” (extra PlayStore, quindi). Le app in oggetto, sfruttando il GPS dello smartphone e le GMaps, potrebbero aver riscontrato il tratto di strada, la velocità consigliata e quella realmente praticata in quel contesto: oltre, ovviamente, al nome e cognome dell’utente del device infetto.

Da qui, poi, il passo all’invio di una mail all’indirizzo di posta elettronica del medesimo utente è breve: la mail arriva nella forma che vi abbiamo già anticipato e contiene, in calce, un link ad una prova che dovrebbe essere la foto della targa dell’utente: come a dire “siete proprio voi, non c’è pericolo di errore”. Va da sé che l’utente in questione ci casca come una pera e clicca sul link, installando – da remoto – il malware che si insinua nel computer a far danni e carpire tutti i dati possibili. (fonte)

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