Apple non vuole che ti ripari da solo il ”suo” iPhone

Il diritto di riparare per conto proprio un iPhone a Apple non piace. A tal punto che la multinazionale americana starebbe investendo risorse importanti per evitare che il “diritto alla riparazione”, in esame nello stato del Nebraska, non venga approvato. Significherebbe l’obbligo per la  Apple e per i produttori di elettronica di consumo di vendere le parti di ricambio ai consumatori e ai laboratori indipendenti rendendo disponibili i manuali per la diagnostica.

Il Nebraska è uno dei vari stati che stanno considerando la possibilità di legiferare in merito assieme a Minnesota, New York, Massachusetts, Kansas, Wyoming, Illinois e Tennessee. Ed su questo fronte la Apple, assieme ad altri come la Ibm, si sta muovendo per fare opposizione. L’anno scorso un disegno di legge simile è stato bloccato a New York. Ma a livello nazionale sembra che stavolta la possibilità che leggi del genere passino sia molto più concreta, sostenuta da aziende come Repair.org, network di laboratori di riparazione indipendenti, e da siti fai-da-te come iFixit dove alla mancanza di pezzi di ricambio nuovi si rimedia con quelli riciclati.

Nella partita sul controllo totale delle parti di ricambio, sostiene la testata Motherboard, Apple non è sola. Ad opporsi ci sono tanti produttori iniziando dalla John Deere che fabbrica trattori. In una lettera scritta allo stato del Kansas in opposizione al “diritto alla riparazione”, la Deere ha scritto di potersi mantenere in vita proprio grazie alla manutenzione dei veicoli e ai centri assistenza autorizzati. Ma ovviamente dall’altra parte non sono d’accordo. La possibilità di avere accesso ai pezzi di ricambio, porterebbe al calo dei prezzi delle riparazioni e quindi ad una vita molto più lunga dei dispositivi stessi. Per Apple, e non solo per lei, si tradurrebbe però in entrate minori con effetto immediato (ancora tutto da calcolare) sul prezzo delle sue azioni in borsa. (fonte)

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