«Amici reali e amici virtuali, c’è una bella differenza»

differenza-amiciÈ sempre opportuno scegliere le impostazioni di privacy più elevate limitando gli accessi a sconosciuti

«Ci sono ragazzi delle scuole medie che hanno già di un migliaio di amici su Facebook. Ma quelli sono amici “virtuali”, non reali. C’è una bella differenza. Nella realtà, non si sa che tipo di interessi possono avere queste persone». L’avvertimento arriva direttamente dalla polizia postale di Udine che, attraverso le parole dell’ispettore capo Francesco Tempo, svela quali trappole possono nascondersi dietro a Internet e alla moda di pubblicare tutto in rete.

L’uso dei social network è vietato ai minori di 13 anni e sconsigliato ai minori di 14. Tuttavia, a qualsiasi età, è sempre opportuno, quando si crea un profilo, scegliere le impostazioni di privacy più elevate, consentendo l’accesso e la visibilità del profilo solo agli amici e non a tutti gli internauti. Insomma, al momento della registrazione, bisognerebbe chiedersi: chi può vedere il mio profilo? Chi può fare ricerche su di me? Chi può fare commenti? Chi potrebbe espormi a situazioni che non posso controllare? Bisogna dunque fare attenzione alle impostazioni di sicurezza, selezionare i contatti e ammettere solo gli amici che si conoscono veramente.

È opportuno, inoltre, controllare ciò che viene scritto sul proprio conto e, se si tratta di cose spiacevoli, bisogna chiedere di toglierle. Particolare cautela, poi, va utilizzata nel condividere sentimenti, emozioni e pensieri, distinguendo nettamente tra la propria vita privata, intima – che va protetta – e quella pubblica, tenendo presente che su Internet quasi nulla è privato.

«L’età in cui i ragazzi cominciano ad essere esposti a rischi – sottolinea ancora Tempo – si è abbassata a 11-12 anni. Infatti ora andiamo a parlare anche con gli studenti delle quinte elementari e non solo con quelli delle medie. Spieghiamo loro che in rete ci sono persone che cercano di approfittare della loro ingenuità e della loro inesperienza» e cercano, con una parola, di adescarli.

Ma che cosa significa? L’adescamento online in danno di minori è un fenomeno che consiste nel tentativo, da parte di una persona malintenzionata o di un pedofilo, di avvicinare un bambino o un adolescente per scopi sessuali, conquistandone la fiducia attraverso l’utilizzo della rete Internet, in particolare tramite chat, blog, forum e social networks. Il reato di adescamento di minorenni, recentemente introdotto nel nostro codice penale, si riferisce al compimento di qualsiasi atto volto a carpire la fiducia di un minore di età inferiore a sedici anni per scopi sessuali, attraverso artifici, lusinghe o minacce. Il reato si configura anche se l’incontro con il minore non avviene. È sufficiente il tentativo, da parte di un adulto, di conquistarne la fiducia per fini sessuali. Il fenomeno, conosciuto come grooming (da to groom, curare), è un metodo usato per superarne la diffidenza del minorenne e convincerlo a fare quanto richiesto. (messaggeroven)

L’articolo «Amici reali e amici virtuali, c’è una bella differenza» sembra essere il primo su CheckBlackList.

You may also like...