Adesca tredicenne su Facebook, condannato a 16 mesi

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L’uomo si era finto un giovane per ottenere un appuntamento da una ragazza tredicenne. L’avvocato: «Faremo appello, il cambio di età non dimostra che avesse intenzione di fare del male».

L’attenuante della seminfermità mentale e la lievità del fatto non sono bastate a far cadere la duplice accusa e quindi a evitare la condanna: a un quarantenne di Sacile (in provincia di Pordenone) – di cui omettiamo le generalità per tutelare la privacy della vittima, minorenne, e della nipote del reo, pure lei minore e coinvolta suo malgrado in questa squallida vicenda – il tribunale di Pordenone in composizione collegiale ha inflitto un anno e 4 mesi di reclusione per tentata violenza sessuale e sostituzione di persona, senza la sospensione condizionale della pena. L’uomo ha infatti dei precedenti ed è attualmente sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per altra causa.

Il pm Monica Carraturo aveva chiesto per lui due anni di reclusione, i giudici Pergola (presidente), Piccin e Paviotti (a latere) pur riconoscendo le attenuanti hanno ritenuto l’imputato colpevole di essersi spacciato per una persona più giovane allo scopo di adescare ragazzine su facebook, di essere riuscito nell’intento almeno una volta, di avere incontrato nell’occasione una tredicenne del posto e tentato di baciarla sulla bocca, come la stessa minore ha ammesso quando è stata chiamata a testimoniare.

Il tentativo di approccio dell’uomo aveva spaventato non poco la ragazza, che, pur riconoscendo di non essere stata palpeggiata o molestata in modo più pesante, aveva denunciato l’episodio avvenuto nel pubblico esercizio che lui gestiva nella zona. Di qui la condanna, a un anno e quattro mesi, mitigata anche dallo sconto garantito dal rito abbreviato con cui si è celebrato il processo.

«Una sentenza avverso la quale presenteremo ricorso in appello – ha annunciato il difensore del quarantenne, l’avvocato Esmeralda Di Risio, che comunque dovrà attendere le motivazioni della sentenza, attese entro 90 giorni – perché a nostro avviso non sussistono gli estremi della compatibilità con le intenzioni di voler adescare qualcuno. Perché un quartantenne, che su facebook utilizza un nome di fantasia come fanno in molti, dovrebbe dichiarare di avere 30 anni per adescare delle ragazzine? Se quella fosse stata la sua reale intenzione avrebbe potuto spacciarsi per un coetaneo, o al massimo per un diciottenne, in modo da poter invitare le “prede” a fare un giro in macchina. Perché una tredicenne dovrebbe accettare l’amicizia sul social network di un uomo che potrebbe quasi essere suo padre e cedere alle sue lusinghe?».

I giudici, però, sono stati di parere diverso, ritenendo evidentemente che il fascino del “ragazzo più grande” possa fare breccia nelle fanciulle giovani e giovanissime, magari stuzzicate dall’idea di essere corteggiate in modo più “maturo”. (fonte)

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